La Rete Ambientale della Versilia, insieme al Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca, Comitato Aria Pulita – Lucca, Comitato Ambiente Diecimo e Valdottavo, Osservatorio Politiche Locali del Territorio Barga e Coordinamento Salviamo le Apuane, chiedono trasparenza e chiarezza in merito alla questione degli inceneritori di biomasse.
“Eppure Palestini, il 4 ottobre 2012, in un incontro con i delegati di 11 Comitati/associazioni della Provincia, si era dichiarato sensibile alla problematica. E l´8 ottobre, durante la riunione dei Capigruppo, lo stesso Palestini evidenziava la preoccupazione dei cittadini riguardo la sommatoria dei vari impianti a biomasse nel raggio di pochi chilometri e soprattutto riguardo al grosso impianto dell’Alce a Fornoli. E in quella riunione tutti i Capigruppo e anche la vicepresidente della Provincia Maura Cavallaro si dichiararono totalmente favorevoli a fare il Consiglio straordinario e aperto e fu ipotizzata concordemente la data dell´8 novembre.
Successivamente però i Comitati non hanno più saputo niente in proposito, nemmeno il garbo di una risposta in merito alla loro richiesta, peraltro più volte reiterata.
Chi e perché è intervenuto a placcare i buoni propositi di Palestini e dei Capigruppo? Chi e perché vuole eludere la discussione pubblica e il confronto su un tema di così grande rilevanza ambientale e sanitaria? Noi un´idea ce la siamo fatta ed è che Baccelli e la sua Giunta, espressione del PD, abbiano posto il veto al Consiglio Provinciale sulla questione biomasse e in particolare sulla questione Alce.
Eppure la Provincia ha il preciso compito istituzionale di far valere la propria prerogativa pianificatoria assumendo adeguate e anticipate linee di indirizzo a cui far rispondere i processi autorizzativi. Un Consiglio provinciale aperto sarebbe la migliore occasione istituzionale per confrontarsi ed esprimersi su un tema di stretta competenza della Provincia.
La chiarezza e la trasparenza delle scelte deve sempre prevalere su ogni calcolo di opportunismo politico o, peggio ancora, di interessi particolari. Un Consiglio Provinciale che non affronti le questioni dirimenti, ancorché scomode, non è in grado di governare il territorio e può solo svolgere attività di ordinaria amministrazione. In tal caso, l´abolizione della Provincia non comporterà danno alcuno ed anzi è auspicabile poiché si eviterà un inutile spreco di soldi pubblici”.