“Non bisogna aver paura di dire che non abbiamo giocato bene. Però questa squadra ha dimostrato di avere un cuore infinito, voglia di ribaltare situazioni difficili e tanta, tanta determinazione, merce rara per un gruppo così giovane. Questi ragazzi devono solamente essere lodati: hanno fatto buonissime cose, perché finora son sempre stati fuori dalla zona playout e sono arrivati in finale di Coppa Italia di Lega Pro.”
Il messaggio, non certo subliminale, è per quei tifosi – pochi, in verità – che si sono lamentati della prestazione della squadra. “No, non accetto queste critiche. Questa squadra ha certamente i suoi difetti, ma non molla mai e dopo aver sentito volare certi paroloni ha prima pareggiato e poi segnato il gol della vittoria. 29 punti in campionato non sono poca cosa: i miei ragazzi meritano rispetto.”
E poi arriva il momento di giudicare la direzione di gara dell’arbitro D’Angelo che ha allontanato Cuoghi dalla panchina per proteste: “In realtà basta chiedere a chi si trovava vicino a me: io non ho detto nulla, si vede che l’arbitro non aspettava altro. Io ho provato a parlargli, ma non me l’ha consentito.
“Sono stanco di questa situazione, ora voglio un confronto con gli arbitri ma anche con la federazione. Mi porto sulle spalle un cognome pesante, ma non è colpa mia se ho giocato tanti anni in Serie A. Molti miei colleghi vestono in giacca e cravatta, sono educati e sanno tenere le pubbliche relazioni: per questo fanno carriera.
“Di fare carriera, invece, non me ne frega nulla: io penso solo a far vincere il Viareggio, mi preoccupo che la squadra dia sempre il massimo. Ora basta, anche io devo essere rispettato come gli altri allenatori.”
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