Un carrista decide di entrare in politica: un po’ bizzarro, no?
“Per me non è la prima volta: sono stato anche nel direttivo del vecchio Partito Socialista per lungo tempo, la politica mi è sempre piaciuta e l’ho sempre praticata. Poi, per un periodo, mi sono distaccato. Per queste elezioni amministrative sono venuti a cercarmi in tanti e ho detto di no quasi a tutti.”
Quasi a tutti, ma non all’Italia dei Valori…
“A livello nazionale non sta attraversando un bel momento, ma qua a Viareggio fa parte della coalizione di centrosinistra, nella quale mi riconosco. E poi è stato il segretario dell’Idv Renato Baldi, ex commissario della Fondazione Carnevale, a chiedermi la disponibilità: è una persona seria, che crede tantissimo in quello che fa. Non potevo tirarmi indietro. Non con lui, almeno.”
L’ambiente del Carnevale è politicizzato?
“Sicuramente è sempre stato molto vicino alla sinistra, anche se non sono mancati certi filoni: venti anni fa qualcuno dei miei colleghi ha votato Berlusconi, questa volta si sono affidati a Grillo. Diciamo che una volta esistevano ancora la fede politica, le ideologie: oggi ci troviamo di fronte un sistema vecchio, nel quale spetterebbe alle persone dare un’impostazione diversa.
“E poi ci sono troppi personalismi. Anche il nostro ambiente è cambiato in peggio: un tempo, al di là della comprensibile rivalità, c’era il rispetto assoluto per i colleghi. I più bravi prendevano le difese di quelli che arrivavano sempre ultimi ed erano considerati al pari di tutti gli altri. Oggi no: in troppi badano al proprio orticello e non c’è più la forza del gruppo.”
Come se la passa il Carnevale?
“L’attuale gestione sta per finire e lascio che siano altri a esprimere giudizi. Io mi limito a dire che non ha mai avuto un dialogo aperto con i costruttori e che sarebbe stato meglio discutere in privato di certi argomenti. Sicuramente andrebbe rivisto lo statuto della Fondazione Carnevale e snellita la sua struttura: hanno senso tutti questi consiglieri d’amministrazione e d’indirizzo? Nonostante il clima d’incertezza e la crisi, comunque, quest’anno è stato chiuso in attivo.
“Non solo: l’iniziativa dell’album di figurine è stata geniale, perché ha riavvicinato la città alla manifestazione e ha creato nuove amicizie. E poi credo che mai come quest’anno siano state organizzate così tante cene delle maschere dei carri. Il bello del Carnevale sta proprio nella capacità di aggregare i viareggini. Pensa che conservo in una teca tutti i ciucci per neonati che ho trovato alla fine dei corsi mascherati sui miei carri…”
“Direi che è impensabile avere una struttura unica nel suo genere come la Cittadella e non c’è un ufficio promozionale. La fermata dell’autobus più vicina è alla Coop: chi vuole visitarla ma non ha l’auto deve farsi un bel tragitto a piedi. Il cancello di servizio è quasi sempre chiuso, il museo non sempre è aperto per non parlare, poi, del museo. Dovrebbe vivere tutto l’anno, insomma.
“Aggiungo anche che i carristi sono un’eccellenza della città, un patrimonio, e dovrebbe essere sfruttati meglio da chi gestisce la manifestazione. Baldi, quando era presidente dell’Apt, allacciò contatti con alcune città d’Europa e da Madrid e Londra avevano chiesto la disponibilità di alcuni carristi per fare corsi di cartapesta sul posto. Per tanti bambini noi costruttori siamo una sorta di eroi, realizziamo carri giganti e bellissimi ai loro occhi. Ecco, sarebbe bello che anche il resto della città ci valorizzasse maggiormente.”