“Detto questo, a chi erroneamente fosse tratto in inganno e pensasse ad una natura giuridica ambigua di Equitalia, rispondo che, stante la composizione della stessa, Equitalia è e resta soggetto di diritto pubblico: del suo operato dovrà rendere conto in termini ‘pubblicistici’. Se sarò sindaco provvederò a verificare le procedure adottate e le modalità operative seguite, non esitando a richiedere gli opportuni risarcimenti qualora riscontrassi una gestione pessima e indecorosa che non solo abbia travalicato i limiti di legge, ma anche impedito all’ente di introitare il dovuto.
“Quello che intendo controllare è proprio la corretta applicazione delle regole di diritto pubblico e l’avvenuto rispetto della legge 241/1990 di disciplina del procedimento amministrativo. Non solo: voglio verificare quante partite creditorie dell’Ente siano state riscosse male. Eventuali mancati colposi recuperi, infatti, ricadono giocoforza su tutti i contribuenti, anche i più precisi.
“Il fatto che Equitalia debba considerarsi un soggetto pubblico determina la possibilità per il privato di ripetere quanto già pagato e l’obbligo per l’ente pubblico, titolare dell’entrata tributaria e non, di provvedere alla relativa restituzione. Se tale declaratoria di nullità della cartella esattoriale, in futuro, dovesse essere emessa a distanza di anni dalla proposizione della relativa azione da parte del privato – ipotesi tutt’altro che peregrina -, potrebbe intanto essere maturata la prescrizione del credito di spettanza della pubblica amministrazione? Probabilmente sì.
“E allora l’ente pubblico perderebbe la possibilità di riscuotere i propri crediti e vedrebbe meno entrate. Senza contare che, se Equitalia avesse agito in riscossione “male”, l’ente potrebbe essere chiamato a rispondere innanzi alla Corte dei Conti, oltre a vedere appunto definitivamente persi i propri crediti. Su questo punto intendo intervenire per riportare la riscossione ad equità sociale, adoperandomi affinché Equitalia risarcisca, nel caso, il nostro Comune.”