Intorno alle 10 arrivano in via Rosmini anche il dirigente al sociale Giulio Marlia e l’assessore al Sociale Roberto Rossetti. Con l’aria rassegnata l’assessore spiega che da tre giorni il Comune sta cercando una soluzione per la famiglia. “L’ipotesi più probabile era l’inserimento dalle suore di Pietrasanta – spiega – ma il Comune non ha potuto fare da garante economico”. Il Comune, finiti i soldi per il sociale, ha esaurito anche la credibilità con gli enti e i privati: questo il nocciolo della questione. “E nelle prossime settime – dice Marlia – la situazione si aggraverà, visto che in 20 giorni sono previsti 7 sfratti. Speriamo solo che le minacce rivolte da alcuni soggetti nei nostri confronti non si concretizzino”.
In strada, mentre la famiglia aspetta il furgoncino di un amico per caricare gli scatoloni, due ragazze dell’Unione Inquilini srotolano uno striscione che denuncia il modo in cui viene affrontata l’emergenza casa in città. Poco più in là si forma un capannello di persone intorno al dirigente e all’assessore. Una vicina alza la voce: “è una vergogna che una famiglia venga messa in mezzo alla strada”. Un signore prende le difese dei proprietari che hanno diritto a vedersi pagare l’affitto. Marlia e Rossetti spiegano ai giornalisti le loro soluzioni: “Tagliare gli sprechi, in primo sulle partecipate e blocco degli sfratti per tre mesi”. Rossetti annuncia che a breve dovrebbe tenersi l’incontro con il Prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro, a cui verrà chiesto di bloccare gli sfratti almeno per il mese estivo, in modo da potere pianificare soluzioni immediate per l’emergenza casa.
Inoltre, l’assessore ha anticipato che la prossima settimana il sindaco Leonardo Betti incontrerà il presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli per far entrare il Comune di Viareggio nella fondazione casa e avere così accesso ai fondi per la ristrutturazione di immobili di proprietà comunale, da poter utilizzare per l’emergenza abitativa. L’ipotesi del blocco degli sfratti è condivisa anche dall’Unione Inquilini, che con Nicolò Martinelli chiede l’immediata modifica del regolamento comunale in materia della casa.
Alle 10 gli scatoloni della famiglia Zanfir sono tutti sul furgoncino. I mezzi della polizia se ne vanno e via Rosmini viene riaperta. Mirela, il marito e i figli andranno ad abitare in una stanza del Collegio Colombo Occupato.