“Credo sia necessario fare un po’di chiarezza; a parte una minoranza estremista ed esaltata, che ragiona più per partito preso che con la propria testa, non si può etichettare come razzista chiunque guardi questo a fenomeno di immigrazione di massa con una certa preoccupazione. Nessuno di noi è razzista, chiunque si butterebbe in mare per salvare una vita, a qualunque etnia essa appartenga. Quella sensazione di avversità che stiamo provando non è nient’altro che la pura, semplice e, direi, legittima paura che qualcuno ci privi del già poco posseduto, una paura che naturalmente è resa ancora più forte, diciamocelo, anche dalla spavalderia e dalla mancanza di rispetto e umiltà di questa odierna classe immigrante”.

“L’Europa, e in particolare l’Italia, stanno vivendo un periodo di grande crisi economica e di valori; una frettolosa e sciagurata unificazione europea, con la relativa coniazione di una moneta unica, sul piano teorico aggregante e giusta ma all’atto pratico per niente imparziale, ha messo in ginocchio la nostra economia. Se il fisiologico calo di lavoro dovuto al prosperare dell’automazione stava già di per sé creando squilibrio e disoccupazione, l’avvento dell’Euro ha ridotto ulteriormente anche il potere di acquisto delle buste paghe. È normale e sacrosanto, quindi, che chiunque venga in Italia in cerca di un proprio futuro alternativo, anche non volendo considerare l’arroganza con la quale ne esprime il diritto, generi paura e diffidenza, poiché, non è difficile arrivare a comprendere che, chi arriva nel nostro territorio verrà prima o poi giustamente regolarizzato andando inesorabilmente ad aumentare l’oramai fin troppo grande divario fra domanda e offerta di lavoro, rischiando di causare, come già è successo nel meridione d’Italia, un ulteriore abbassamento del costo del lavoro”.

“Sì, credo sia venuto il momento di osservare il problema da un punto di vista più pratico, cercando di essere realisti e, soprattutto, sforzandosi di allontanare per un attimo le varie ideologie e prese di posizioni a prescindere, dettate dalle proprie fedi politiche. L’equazione è semplice: se ho il frigo pieno, ogni sera invito amici a cena, se il frigo è vuoto, non solo non alzo nemmeno il telefono ma comincio a preoccuparmi di cosa mettere in tavola ai miei figli. E questo non è razzismo, è puro istinto di sopravvivenza”.

Marco Trogi

(Scrittore e Opinionista)

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