“In Cina non c’è il pane nei menù, bisogna adattarsi”, dicono Lippi e Maddaloni. “Però, certamente, supereremo anche questa. Abbiamo almeno avuto la possibilità di mangiare un piatto di pasta al sugo in un ristorante italiano. Fino ad oggi è stata una bella esperienza e stiamo scoprendo un mondo nuovo e senza dubbio affascinante”.
Grazie alla tecnologia, Lippi e Maddaloni comunicano con i familiari a Viareggio per mezzo di internet, soprattutto con Skype.
Dal punto di vista professionale, questa nuova avventura intrapresa è importante anche per Davide Lippi, figlio di Marcello, procuratore di calciatori. “A settembre andrò in Cina e ci resterò per un mese e mezzo circa”, fa sapere Lippi junior. “Ho intenzione di aprire un ufficio di rappresentanza: sarà l’opportunità per conoscere questo calcio ed anche per fare una bella esperienza professionale”.