O meglio, tra tagli e razionalizzazione, i progetti non si fermano. Prosegue anche quello avviato di recente, per dare autosostentamento alle famiglie del Rwanda. Il metodo è semplice: l’associazione compra e dona terreni alle famiglie. Poi fornisce animali (capre, galline) e semi e insegna loro a coltivare un orto. Da qui il passo è breve: in poco tempo le famiglie non solo risolvono i problemi di fame e malnutrizione. Ma riescono anche a vendere parte dei loro raccolti e migliorare la loro condizione.
Oggi, grazie ad una donazione del Rotary (Area Toscana 2, distretto 2070), l’associazione ha dei nuovi macchinari da poter utilizzare in Africa. Si tratta di un laboratorio odontoiatrico, di uno studio di ginecologia, e di un generatore elettrico. Il problema però sono i soldi. “In tempo di crisi – spiega il presidente Claudio Larini – le donazioni sono diminuite. E non riceviamo più l’otto per mille dal 2008”. Ecco quindi che nonostante questi macchinari siano ormai in possesso dell’associazione, mancano i soldi per pagare il container da inviare in Africa. “Ci vogliono circa 6-7 mila euro”, dice Larini, “e non li abbiamo”.