VIAREGGIO. “Quando si parla di Carnevale, i temi sono spesso legati ai soldi, alla Fondazione, alla politica, ai giri di affari, ai pagamenti ed ai ricatti. Purtroppo ci si è scordati, negli anni, che il motore del Carnevale è stato e deve essere la passione.” Lo dice Leonardo Betti, ex consigliere comunale, tra i candidati alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco.

“È la passione che ha rimesso in moto il quartiere Ex Campo d’aviazione che ha scelto di tornare ad esserci, di tornare a far sentire, in un quartiere spento da anni, le musiche della nostra amata manifestazione. Ed è la stessa passione che ha portato a dire basta al Rione Darsena.

“Avendo lavorato nelle cucine del baccanale, ho visto l’amore dei darsenotti per il loro rione. Ore ed ore dietro ai fornelli, dietro ai banconi a gestire le file sempre con il sorriso, la battuta pronta e l’entusiasmo di generazioni che si tramandano la passione di fare carnevale. E quando quella passa non c’è più, con la tristezza nel cuore, si prende la decisione più difficile: non montare le cucine, le strutture, i palchi e stare fermi un giro, lasciando Viareggio in un silenzio assordante.

“È inutile parlare di colpe: i tira e molla di questi anni, l’assenza totale di un disegno di riqualificazione e rilancio globale, i risentimenti, i balletti politici, la paura di perdere i privilegi, rischiano di affossare non solo il Carnevale, ma, più gravemente, la passione che lo anima.

“Occorre che le decisioni vengano prese di concerto tra i diversi attori (rioni, carristi, categorie, cittadini, politica) di modo che tutti se ne sentano parte fondamentale e siano disposti a mettere sul campo le proprie disponibilità, le proprie idee e le proprie capacità, come in famiglia.

“Oggi serve un ridisegno complessivo, che come in una ricetta culinaria, sappia dosare passione e competenza. Questo infatti è l’altro aspetto e spetta alla politica, che deve essere capace di rilanciare la manifestazione ai livelli più alti, studiando ad esempio, i flussi turistici prima nazionali e poi internazionali andando a promuoversi laddove la domanda è più alta, con tutti i mezzi più moderni.

“Non servono a niente decine di consigli o politique bureau, serve il coraggio di investire nel brand Carnevale cercando fra le competenze nazionali più elevate chi possa vendere al meglio il nostro prodotto. Serve l’umiltà di ammettere che ci sono stati errori e che la politica, inebriata da se stessa non può pretendere di gestire da sola e bene una manifestazione da cinque milioni di euro che non è più quella degli anni Ottanta.

“È opportuno ripensare tutto, bilanci alla mano, eliminando sprechi, partite di giro e timori. Servono regole chiare, uguali per tutti, qualcuno che sia integerrimo nel farle rispettare. È una sfida rivoluzionaria come quando i buoi lasciarono il posto ai trattori e gli hangar alla Cittadella ma è una battaglia che Viareggio può tornare a vincere.”

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ultimo aggiornamento: 03-01-2013