VIAREGGIO. Sembrerebbe avere l’aria dell’ennesimo capriccio in salsa viareggina, l’annuncio sull’annullamento del Carnevaldarsena. “Adesso inizierà il solito tira e molla per raccattare qualche soldo”, penserà qualcuno. Nulla di tutto questo. O meglio: le difficoltà economiche sono tangibili, inutile negarlo. Ma dietro la decisione di far saltare il più amato dei rioni viareggini c’è molto di più.

“La nostra è una decisione presa in autonomia dall’Assorioni, al cui presidente Muzio Gianni va comunque il ringraziamento e la stima per il lavoro svolto”, spiega subito Massimiliano Pagni, presidente del Carnevaldarsena. “Da parte nostra non c’è alcun intento polemico. Siamo, tuttavia, arrabbiati, stanchi, delusi. Lo eravamo già qualche mese fa, lo siamo ancor di più quest’anno.”

Già: risaliva allo scorso gennaio la notizia che il Carnevaldarsena sarebbe saltato, salvo poi fare retromarcia grazie all’ingresso di uno sponsor. Ma la storia non si ripeterà. “La decisione è definitiva, non ci saranno ripensamenti, tanto più che è stata presa all’unanimità dal consiglio direttivo, con una sola astensione”, prosegue Pagni.

Lungo il cahier des doléances del baccanale di via Coppino: non è piaciuto l’atteggiamento della Fondazione Carnevale nei confronti delle feste rionali, più volte etichettate come “elementi privati, estranei al Carnevale di Viareggio”, e la mancanza di attenzioni e sostegno, non solo sul piano economico. Non aggrada l’idea di inchinarsi a logiche pubblicitarie e di mercato – leggasi la dipendenza dalle sponsorizzazioni – “che, per quanto lecite, urtano con lo spirito originario del Carnevale rionale”. E poi ha dato fastidio il ripetuto accostamento dei rioni all’abuso di alcol e droghe, che non si può certo negare ma che non è nemmeno confinato ai soli baccanali e alla sola Viareggio.

Il Carnevaldarsena, dunque, si ferma, così come accadde nel 1992. L’intenzione è quella di ripartire comunque tra un anno, provando a ricreare parte dello spirito originario della festa. “Serve una riflessione generale non solo sui rioni, ma sul Carnevale nella sua interezza: il calendario di quest’anno è terribile, bisognerebbe concentrare gli eventi anziché dilatarli”, aggiunge Pagni.

“Non chiedevamo soldi, ma solo un aiuto sui servizi e sulla logistica, considerando gli ostacoli della burocrazia che ci troviamo ad affrontare. L’alternativa non poteva però essere quella di spostare i rioni in Passeggiata: perderebbero la loro identità, il rapporto con il quartiere di riferimento. E poi Viareggio sta vivendo un momento di particolare tensione ed emergenza sociale: non ci sembra che ci sia il giusto spirito per festeggiare.

“Dovremo, infine, compiere un salto di qualità: i rioni nei quartieri sono o non sono eventi del Carnevale? Dovremo ripensarli come manifestazioni culturali della città, e non degli sponsor, vissute e partecipate dalla città. Di più: come una sorta di secondo Carnevale cittadino, diverso da quello che sfila sui viali a mare.”

I margini di trattativa appaiono definitivamente chiusi: “No, non faremo proprio nulla, ormai è deciso. Al massimo organizzeremo qualche iniziativa a scopo benefico. Ma di Carnevaldarsena non se ne parla fino al prossimo anno, quando ci troveremo ad interagire con una nuova Fondazione.” E adesso è aperta la lotta tra gli altri rioni – ammesso che vengano organizzati pure quelli – per accaparrarsi il secondo weekend di Carnevale. Che Martedì Grasso sarà, senza Carnevaldarsena?

twitter @GorskiPark

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