VIAREGGIO. Porta la firma di Emilio Isgrò, artista siciliano noto per le sue “cancellazioni”, l’edizione 2013 del Premio Carnevalotto: istituito nel 1987 dalla Fondazione Carnevale e dallo Studio Saudino, di anno in anno si avvale della preziosa collaborazione di insigni artisti che, per l’occasione, con le tecniche più varie ed in assoluta libertà, danno vita ad un’opera per premiare il carro del carrista primo classificato di ogni edizione del Carnevale.

Emilio Isgrò, nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, ha cominciato a produrre nel 1964 le prime Cancellature, subito accolte da gallerie e musei di tutto il mondo. Più volte invitato alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1986 1993), nel 1977 ha ricevuto il primo premio alla Biennale di San Paolo.

Risale al 1985 l’opera multimediale “La veglia di Bach”, allestita su committenza del Teatro alla Scala nell’ex Chiesa di San Carpoforo. Nel 1998 ha donato alla città natale la gigantesca scultura “Seme d’arancia” come segno di rinascita dei paesi mediterranei, mentre nel 2008 il Centro Luigi Pecci di Prato gli ha reso omaggio con la retrospettiva “Dichiaro di essere Emilio Isgrò”.

Tra le mostre più recenti sono da ricordare “Fratelli d’Italia” (Gallerie del Credito Valtellinese,
Milano-Acireale, 2009), “Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie” (Convento del Carmine, Marsala, 2010), “Var ve yok” (Taksim Sanat Galerisi, Istanbul, 2010), “Codici ottomani” (Boghossian Foundation, Bruxelles, 2011).

Nel 2011 ha presentato “La Costituzione cancellata”, prodotta dalla Boxart, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, realizzando nel maggio dello stesso anno, all’Università Bocconi di Milano, l’opera pedagogica “Cancellazione del debito pubblico”, inaugurata da Mario Monti.

Attualmente una sala del Mart di Rovereto è riservata all’opera “Cancello il Manifesto del Futurismo”, mentre le Gallerie d’Italia ripropongono a Milano “L’ora italiana” (1985-1986) e la Gnam di Roma annuncia per il prossimo giugno una grande antologica.

La sua attività di poeta, narratore e drammaturgo, è testimoniata da numerosi libri, scritti e pubblicazioni, nonché dalla trilogia siciliana “L’Orestea di Gibellina” (1983-1985), che ha segnato una svolta epocale nel teatro degli anni Ottanta e alla quale sono oggi intitolate le annuali Orestiadi.

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