VIAREGGIO. Parlare di azionariato popolare per salvare il Carnevale di Viareggio? Probabilmente una perdita di tempo. Perché sarebbe stato approvato – il condizionale è d’obbligo – il nuovo statuto della Fondazione Carnevale che non prevede più la figura del “socio partecipante”, indicata invece nella sua versione attuale attuale. Quello di Gualtiero Lami, vicepresidente del consiglio d’indirizzo di Palazzo delle Muse, è un autentico coup de théâtre che vivacizza la presentazione alla città degli Amici di Burlamacco e del loro progetto “Carnevale Vivo”.
Come il Barcellona. Ma andiamo con ordine: nei locali della Croce Verde questo gruppo di carnevalari, formato da ex membri della Fondazione Carnevale quali Renzo Pieraccini e Maria Gallo, svela i contenuti della sua proposta per aiutare Burlamacco. Ovvero: “Lo statuto della Fondazione Carnevale riconosce la possibilità che soggetti singoli ed associati possano partecipare direttamente ai lavori dell’ente attraverso la figura del ‘socio partecipante’ che, pagando una quota associativa concordata con il cdi della Fondazione, permette ad essa di poter avere un rappresentante all’interno del consiglio stesso”. Riassumendo in due parole: azionariato popolare.
A chi tocca ‘un pianga. Pieraccini non risparmia bordate a chi si ritrova tra le mani il destino del Carnevale. Ce n’è per il Comune, reo di “perpretrare un’eutanasia nei confronti del Carnevale”, per la Fondazione “troppo debole, passiva ed eccessivamente statica nella sua posizione” e per i carristi “soggetti indispensabili per la manifestazione a cui chiediamo di essere meno sindacato, più aperti alla meritocrazia e più imprenditori di se stessi”.
Ma questo gruppo, che ha già raccolto oltre 15mila euro, non vuole essere in contrapposizione con l’attuale presidente Stefano Pasquinucci, al quale anzi manifestano la loro vicinanza: “Vogliamo solo portare il nostro contributo e guardare avanti: in questa fase bisogna agire e dare un futuro al Carnevale, non possiamo perdere tempo. Per questo abbiamo creato questo gruppo aperto a qualsiasi tipo di contributo, sia economico che in termini di idee. E la prossima settimana presenteremo ufficialmente la richiesta a Palazzo delle Muse”. L’ingresso di questi soci all’interno del cdi, tuttavia, deve essere vagliato dalla Fondazione stessa, come da statuto.
La terza via. In mezzo a una platea disorientata prende la parole Gilbert Lebigre, unico carrista presente assieme a Fabrizio Galli e Roberto Vannucci. “Il Carnevale merita finanziamenti all’altezza della sua importanza”, dice il costruttore italofrancese. “Servono contributi pubblici a livello nazionale, oltre che regionale. Ma soprattutto dobbiamo affidarci a testimonial di eccezione per organizzare una campagna di crowdfunding: il Carnevale non è un lusso, ma ha una sua rilevanza al di fuori dei confini cittadini”. E allora, volendo concludere con il titolo di un improbabile convegno sul tema: quale futuro per il Carnevale?