VIAREGGIO. Era il febbraio del 2012 quando Paolo Polvani, ingegnere e direttore dei corsi mascherati, scriveva che la soluzione per accelerare la sfilata era quella di eliminare – o ridurre – i cosiddetti carri pedana. Una decisione che, con il senno di poi, fortunatamente, non è stata mai messa in pratica.

Già, perché potreste mai immaginare un Carnevale senza l’allegria smisurata dei Burlamatti, i colori ogni anno sempre più sgargianti del Carneval Corsaro, la passione dei Burlamania, le costruzioni dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo Don Milani, i ritmi calienti degli Amici di Burlamacco?

No, mancherebbe qualcosa ed è quel qualcosa che vogliamo raccontare qui, descrivendo queste costruzioni e soprattutto i gruppi di appassionati che ci stanno dietro e che ogni anno si presentano puntuali con carretta, abiti e musica per un nuovo Carnevale.

(Foto: Matteo Ghilarducci)
(Foto: Matteo Ghilarducci)

Partiamo dalla “grande bubbaraglia” del Carneval Corsaro,il gruppo più colorato dei corsi mascherati. Una lunga storia che nasce negli anni ’70 nell’entroterra versiliese, una tradizione ripresa da qualche anno da un gruppo di corsaniesi amanti del Carnevale. Il team, capitanato da Matteo Rosi, si autofinanzia attraverso eventi organizzarti durante tutto l’anno per reperire i fondi per la costruzione e i costumi confezionati all’interno del gruppo stesso.  A realizzare la costruzione “La Grande Bubbaraglia” è stato il maestro Riccardo Falorni che ha saputo dare forma al tema che il Carneval Corsaro voleva portare sui viali a mare: Burlamacco che attraverso un dito richiama tutti al silenzio, un chiaro omaggio alla maschera di Viareggio ma anche un accento sul clima di grande incertezza che incombe in Italia, dominata da profondi malumori e tristezza. Burlamacco vuol far tacere tutte queste insoddisfazioni e lasciar parlare le maschere con i loro mille colori, l’allegria e la spensieratezza che contraddistingue il gruppo. Ma nel carro c’è tutto lo spirito di condivisione e tutta la passione per il baccanale del Carneval Corsaro. Nel capannone di Via di Montramito ognuno ha contribuito alla realizzazione della carretta tra cartapesta, saldature e pittura. Insomma che Carnevale sarebbe senza la musica di DJ Lucas Angel, l’allegria contagiosa e quei colori luccicanti diventati ormai un must dei corsi mascherati.

(Foto: Matteo Ghilarducci)
(Foto: Matteo Ghilarducci)

Fatta di legno asciutto dal ‘48 al ‘93… Eccolo il Viareggio West di cui cantava Egisto Malfatti, è proprio lì sulla carretta dei Burlamatti. Loro che dal 1999 il Carnevale lo fanno davvero, malgrado e nonostante tutto, portando sui viali a mare le loro pedane mobili che riprendono titoli e versi delle più celebri canzoni della tradizione viareggina. Nessun finanziamento esterno, nessun supporto logistico, nessun capannone dove lavorare alla costruzione, solo qualche telo per ripararsi da pioggia e vento. Pochi soldi, ma tanta passione per questo gruppo che ogni anno cresce sempre più. Quegli scanzonati ragazzi che avevano esordito sui viali a mare con l’ “Arcobaleno di felicità” sono ora papà e mamma che, con passeggino al seguito, hanno portato sul carro le nuove generazioni del Carnevale. Nuovi Burlamatti crescono e alcuni se ne vanno, come Lele Santarcangelo, uno dei fondatori del gruppo che, anche se oggi non c’è più, è un po’ come se fosse lì, con il suo faccione impresso su quella bandiera che sventola in cielo davanti al carro, a intonare sempre in prima fila le canzoni del Carnevale e a dirigere quella carovana che riporta nel vecchio west. In capo la bombetta, la vita stretta sotto il gilè, le scarpe di vacchetta, la camicetta come nel west…

(Foto: Matteo Ghilarducci)
(Foto: Matteo Ghilarducci)

Qui a Viareggio si può, per un mese, essere ciò che vogliamo. E allora ecco i “Cactus con l’influenza”, gli “Acchiappa-citrulli” il “Popolo di recessi” e quest’anno le note musicali di “Eppur si balla… Musica e Magia”. Sono i Burlamania, mossi dalla passione per la cartapesta  e dall’amore per il Carnevale e  sostenuto dal sorriso della gente.  La loro passione nasce da lontano, da quando, bambini, se ne andavano ad ammirare i grandi maestri che lavorano la cartapesta, “capaci di creare creature enormi e leggerissime, capaci di spaventare e di far ridere, capaci di far vivere i sogni della gente”. Cinque corsi che nascono da un anno di lavoro tra scarti e pezzi di legno che si trasformano in coloratissimi carri.  Il gruppo si ritrova così nella serate invernali a lavorare, davanti un bicchiere di vino. E nascono le amicizie, sempre sotto l’insegna di Burlamacco. “Si beva, si rida, si canti e l’eco salga dalla spiaggia ai monti, ci si riunisce in lieta compagnia chi non fa  il pazzo se ne vada via!”.

(Foto: Matteo Ghilarducci)
(Foto: Matteo Ghilarducci)

È un omaggio a Uberto Bonetti la costruzione dell’Istituto Comprensivo Don Milani dal titolo “Burlamacco ieri, oggi e domani”. Studenti, piccoli e grandi con i loro genitori si sono affannati per gli ultimi ritocchi con un impegno ed una dedizione davvero speciale. Tanti gli alunni che hanno frequentato il laboratorio del professor Franco Benassi, attraverso il quale hanno potuto conoscere al meglio il papà di Burlamacco e la sua opera. Ed è proprio la maschera ufficiale del Carnevale il protagonista coloratissimo della costruzione, rappresentato attraverso diverse rielaborazioni. Sulla fiancata destra della pedana campeggia uno spazio nero dominato da un grosso punto interrogativo “Quale futuro per il carnevale?” uno stimolo e un pungolo proposto non a caso dagli studenti, una riflessione delle nuove generazioni.

Atmosfere calienti per gli ultimi arrivati – in ordine di tempo – nel circuito del Carnevale. Sono gli Amici di Burlamacco alla loro prima apparizione sui viali a mare con “Olè, Toreando a Carnevale”, progetto scaturito dalla penna di amici di burlamaccoLuciano Tomei, supportato da altri maestri del Carnevale come Iacopo Allegrucci, Luca Bertozzi e Alessandro Vanni e dalle mani dei carpentieri Gabriele Galli e Giacomo Politi. Dopo la proposta – bocciata – dell’ingresso degli Amici di Burlamacco nel CdI di Palazzo delle Muse, il gruppo capitanato da Renzo Pieraccini (con Maria Gallo, Luigi Miliani, Marco Simeone, la maestra Antonella Ciardiello e altre personalità legate al Carnevale) ha ripiegato su altri orizzonti e, grazie al sostegno del rione Campo d’Aviazione, del bagno Aretusa e del gruppo Arcobaleno di Piano di Conca, è diventato il protagonista dei corsi mascherati. Da quella che doveva essere un’idea per pochi intimi, la voce è circolata (merito forse dei prezzi contenuti dei costumi e degli sconti per le famiglie) e le ballerine di flamenco e i toreri al seguito degli Amici di Burlamacco sono diventati  in tutto 200. Una parata coloratissima che si anima già prima dello scoppio del cannone con gli eventi pre-corso, di concerto con la Fondazione Carnevale, tra presentazioni di libri, spettacoli di danza, corsi di zumba, mini-concerti tra cui quello della piccola star Rebecca Toschi per l’ultimo appuntamento. Una prima volta da ripetersi. “Le maschere sono contente quindi l’intenzione è quella di replicare – spiega Renzo Pieraccini – da gruppo diventeremo associazione e abbiamo un progetto triennale ricco di sorprese”.

 

 

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“Risaniamo pure il bilancio del Carnevale ma senza banalizzare la manifestazione”

Libero accesso ai negozi della Passeggiata prima dell’ultimo corso di Carnevale