VIAREGGIO. “L’allontanamento di Mario Navari dal partito è un atto dovuto e sostanzialmente voluto dallo stesso”: a dichiararlo è Monica Sgherri, commissario della federazione versiliese di Rifondazione Comunista, in risposta all’intervento dell’ex segretario versiliese.
“L’ho cercato ripetutamente, l’ho invitato a confrontarsi, anche ribadendo le sue ragioni e la contrarietà all’atto di commissariamento, alla riunione dei segretari di circolo confermata lo stesso giorno del mio arrivo a Viareggio. Navari ha preferito rispondere con messaggini infantili, ma soprattutto raccogliere chiacchiericci per denigrare la sottoscritta e il partito tutto.
“Non bastasse, all’indomani delle cosiddette minacce a Gualtiero Lami ha alluso pesantemente a responsabilità di tali minacce al partito e alla sottoscritta, per concludere la sua condivisione alla presentazione di una lista comunista – scelta dell’ex segretario del circolo Manfredini, annunciata ripetutamente – alternativa alla scelta fatta da Rifondazione Comunista. Le accuse di mancanza di democrazia o di allontanamenti strumentali sono da rimandare a Navari che ha preferito un atteggiamento latitante nei confronti del partito, preferendo invece attaccarlo sui giornali con falsità e denigrazioni.
“Che dire? Possono passare le denigrazioni alla sottoscritta ma non passano quelle al partito, come non può passare in nessun modo il sostegno a lista diversa da quella del partito. Vale per Rifondazione Comunista come vale per qualunque partito strutturato e tutti gli iscritti lo sanno, e dirigenti o ex dirigenti conoscono perfettamente questa regola elementare Questo vale ovviamente anche per Gualtiero Lami e gli altri membri del direttivo del circolo Manfredini allontanati dal partito proprio perché hanno partecipato e sostenuto un’altra lista per di più in appoggio a Poletti del Pd. Che dire anche queste persone hanno scelto, e il provvedimento è stato atto dovuto e obbligato. Anche qui, ho fatto due incontri con loro per cercare di evitare provvedimenti così definitivi. Quindi informazione fino all’ultimo e da porte loro scelta voluta e consapevole.
“L’espulsione è legata alla sua idea proprietaria del partito che lo ha portato, insieme ai suoi amici, a preoccuparsi delle poltrone e del rapporto con il Pd invece che del lavoro sociale: noi ci ricordiamo perfettamente del trattamento che lui ha applicato al circolo Caracol, composto da giovani e giovanissimi.
“In Toscana l’allineamento di Rossi al Pd ha già prodotto dei guasti gravissimi come la privatizzazione della diagnostica in sanità, e la controriforma con l’ultima legge Erp dove viene quasi cancellato il bisogno casa e sono marginalizzate e penalizzate le famiglie sottoposte a sfratto esecutivo per morosità incolpevole. Insomma aumenta il disagio abitativo e si cancella in Regione il bisogno. Per non parlare poi della legge elettorale autoritaria e dai caratteri reazionari troppo simile a quella che Renzi sta portando avanti in Parlamento.
“Siamo convinti della necessità di costruire una sinistra unitaria alternativa al Pd. Questa è la nostra priorità e a questo lavoriamo. Chissà invece che la separazione voluta da queste persone, ammantata di critiche al confronto e alla democrazia non nasconda invece solo la ricerca di qualche poltrona o poltroncina di cui fino ad oggi hanno goduto stando come dicono ‘a fianco’ del Pd”.