Sabbia. Cos’è la sabbia? Quella strana roba che si infila sempre nelle scarpe e nel costume quando tornate dal mare, direte voi, ed è proprio così. A parte il fastidio nelle ciabatte pochi sanno a cosa può servire la sabbia, tuttalpiù a fare la malta per i mattoni assieme al cemento.

Ai bambini invece la sabbia piace moltissimo.

Passano delle ore, soprattutto quelli piccoli, a fare stelline con le formine, riempire i secchielli e quegli strani mulini che girano, i più grandicelli ed ardimentosi si lanciano nella costruzione di complicati castelli con tanto di spalti fatti con le conchiglie e la penna di gabbiano a mò di bandiera.

Passata l’infanzia, della sabbia ci si dimentica, si passa alle “cose serie”.

Ma c’è un singolare personaggio in Versilia, e precisamente al Marco Polo a Viareggio, che quel lato dell’infanzia non l’ha mai abbandonato: Mauro il suo nome e, con l’esperienza maturata ormai in trent’anni di passione, crea delle vere “Sculture di Sabbia”.

Ma non sono semplici elaborazioni del classico castello, magari impastato con acqua e vinavil per farlo durare più a lungo. No, il nostro artista (perchè così va effettivamente chiamato) ha perfezionato ed ampliato il suo concetto di “Scultura di Sabbia”.

ChitarristaTramite infiniti tentativi è riuscito, mescolando sabbie di varia pezzatura e colore con particolari resine, ad ottenere delle forme durevoli nel tempo e cromaticamente tutt’altro che monotone.

Le sue opere passano dalla scultura astratta di figure umane o immateriali a deliziose ballerine di tango con l’abito lungo rosso fiamma. Nel suo atelier ci si sposta amabilmente in mezzo a queste figure, solide ma eteree, passando da un Elvis Presley sgargiante nella sua giacchetta di schegge di vetro ad un Ray Charles impeccabile nello smoking di lava vulcanica in polvere.

Mauro lavora ormai la sabbia da moltissimi anni ma la “vena” artistica l’ha sempre avuta nel sangue. Nato nel 1964 a Mombasa, in Kenia, da papà Giorgio, modenese, e mamma Gloria, fin da piccolo si dilettava con tempere ed acquerelli.

Si trasferisce in Italia all’età di nove anni, assieme alla famiglia, in quel di Lucca. Raggiunta l’adolescenza passa alla musica imbracciando la chitarra acustica.

Verso i vent’anni comincia a prendere confidenza con la creta, il massimo della plasticità e dalla quale si ottiene praticamente qualsiasi forma. Alla creta aggiunge in parallelo la scultura su marmo e su ferro, raggiungendo una certa integrazione fra materiali così diversi.

Infine, proprio costruendo assieme al figlioletto un castello di sabbia sulle rive del Mar Tirreno, gli viene la classica folgorazione. E da lì inizia gli esperimenti di “solidificazione”.

Utilizza, oltre alle resine di cui abbiamo parlato, soprattutto per le sculture di un certo “peso” anche un telaio interno di ferro saldato, su cui applicare poi la prima forma abbozzata. Per la rifinitura ha, dopo anni di ricerche, un ventaglio assai ampio di sabbie di varia forma e colore.Charlot-2

Molte sabbie sono reperite in viaggio, da luoghi particolarmente esotici e da situazioni particolari. Un esempio per tutte la nera lava vulcanica.

Altre sabbie, più prosaicamente, sono acquistate dai grossisti di acquari. Oppure anche vetro, quarzo, mica, finemente polverizzate per dare effetti di riflessione particolari.

Ultima tecnica, appena inaugurata, la commistione fra scultura e pittura, integrando alcune opere con passaggi ad acrilico.

Ha partecipato a varie mostre ed esposizioni portando a casa molti premi e riconoscimenti e, dopo aver conosciuto Lucia, l’attuale compagna, si è stabilito appunto a Viareggio trasformando una ex macelleria in un luogo dove poter realizzare ed esporre le sue opere.

Ha pure, ovviamente, creato il suo personale logo, SMILE, partendo dal bozzetto di una sua opera vincitrice a Piacenza ed a Lucca, uno Charlot sorridente.

La cui copia n.4 troneggia ancora in vetrina, inalterata nel tempo come la roccia (pardon, lasabbia….)

Alessio Bartolini

 Smile-2 Quadro
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Arte sabbia

ultimo aggiornamento: 10-06-2016


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