Ha trionfato per tre volte tra i carri di prima categoria, affiancato dall’inseparabile moglie Corinne Roger, ma limitare al solo albo d’oro il contributo di Gilbert Lebigre al Carnevale di Viareggio sarebbe ingeneroso. Perché Lebigre ha fatto molto di più. Ha internazionalizzato il Carnevale, sia nella scelta dei temi che nello sviluppo delle costruzioni, con quel suo stile a volte gitano, a volte espressionista.

Se è vero, come cantava Rod Stewart, che “ogni foto racconta una storia”, lo stesso principio vale per le spettacolari costruzioni di Lebigre.

A partire da “Madonna Ciccone, un successo da leone” del 1988, un carro classico eppure all’avanguardia per quei tempi, fino ad arrivare a “Santo subito”, una satira su Berlusconi che giocava persino con l’olfatto degli spettatori grazie al massiccio uso di incenso.

E poi ci sono le oche di “Quelli che ben pensano…per gli altri”, ricoperte di sacchetti di plastica bianca non solo per scelta artistica ma anche per denunciare il consumismo dilagante.

E poi la ballerina di “Scusate se ci divertiamo” che vide Lebigre e Roger tornare al successo 16 anni dopo la prima volta.

E poi la parodia dell’Italia attuale in “Hysteria” che per moltissimi carnevalari meritava la vittoria. E poi “Il grande freddo”, inchinatosi solamente al bellissimo carro di Massimo Breschi.

E poi c’è “Porca mediocrità”, la messa alla berlina della destra xenofoba avanzata un po’ in tutta Europa, l’ultimo carro che è riuscito a portare sui viali a mare. Una costruzione che, al di là del poco lusinghiero ottavo posto, ha brillato per la ferocia del messaggio satirico e per l’immediatezza del messaggio.

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ultimo aggiornamento: 01-07-2016


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Il Carnevale Piange Gilbert Lebigre