“L’ira di Venere” è una silloge di venti racconti noir drammatici centrati sulle figure femminili. Sono storie di donne in alcuni casi vittime violate nelle proprie identità di madri, figlie, compagne di vita e a volte anche nelle pieghe dei propri corpi. In altri racconti Pulixi gioca con il rovescio degli eventi e le protagoniste sono carnefici spietate. Storia dopo storia, l’autore dà spazio alla complessità dell’universo femminile in ogni sua sfaccettatura.
Piergiorgio Pulixi è tornato in libreria con una raccolta di racconti, un genere in cui ha già precedentemente dimostrato grande sapienza narrativa e capacità di muoversi.
Ciò che emerge dalle sue narrazioni, sempre empatiche, puntuali, coinvolgenti, è certamente il trattamento della figura femminile: le donne che si susseguono non sono archetipi, siamo lontani dai clichè della dark lady o dall’eroina che si riprende in mano la propria vita. Pulixi ha il coraggio di andare oltre e donarci con le sue parole donne vere: capita di fatto, leggendole, di potersi specchiare in certi tratti o di ritrovare frammenti di storie e persone facilmente riscontrabili nel microcosmo personale e reale di ciascuno.
Fra tutte, un discorso a parte merita l’investigatrice Carla Rame che con fermezza, determinazione e compassione porta fuori dalla zona d’ombra vittime e carnefici.
Lo stile narrativo è caratterizzato da un ritmo di sequenze dallo stile filmico dove spiccano la cura dei dialoghi e le descrizioni dei gesti minimali che traducono al lettore meccanismi e approfondimenti psicologici.
Lo sguardo di Pulixi sull’anima femminile è una cifra che ha sempre caratterizzato la sua produzione e che, a mio avviso, raggiunge in queste storie delle vette notevoli grazie agli strumenti di indagine introspettive e a quelli dell’arte narrativa. All’approfondimento psicologico, all’attenzione ai dettagli, alla conoscenza del mondo femminile lo scrittore unisce uno sguardo “pulito” in cui la sospensione del giudizio morale lascia spazio a una prospettiva profondamente umana e intima.
Le donne che emergono nella raccolta “L’ira di Venere” non sono un universo chiuso in se stesso: sono, ciascuna presa nella propria storia particolare e nelle proprie relazioni, la cartina di tornasole in cui i sintomi di una società complessa emerge nei suoi tratti più alienanti e malati.
I corpi e le anime delle donne raccontate sono così uno spazio concreto in cui si possono leggere alcune emergenze sociali del nostro Paese.
Pulixi, con rigore documentaristico e grande passione, a conferma delle sue indubbie doti di scrittura nella forma del racconto, regala un’antologia che è anche un atto d’amore per ogni declinazione dell’avventuroso e avvincente universo femminile.
L’autore