Lo scorso luglio, una ragazza di 17 anni aveva trascorso una serata in un locale della Versilia insieme ad alcune amiche ed amici.
Durante la serata, era stata avvicinata da un ragazzo che, dopo averle offerto da bere e scambiato alcune chiacchiere insieme, le aveva proposto una passeggiata e l’aveva condotta con insistenza all’esterno del locale.
Una volta fuori la discoteca, il ragazzo aveva condotto la giovane in una zona appartata poco distante dove, nonostante il suo rifiuto, aveva abusato sessualmente di lei, minacciandola poi di morte se avesse detto qualcosa.
La ragazza, ad un certo punto, riuscita per un attimo a riprendere la forza nonostante lo shock, era riuscita a divincolarsi e a tornare verso il locale e a raggiungere i propri amici che, rendendosi conto della situazione appena verificatasi, in considerazione dello stato di shock in cui era la ragazza, allertavano subito gli addetti della sicurezza del locale, senza tuttavia riuscire a rintracciare ed individuare poi il responsabile del grave gesto.
A questo punto, la giovane era stata riaccompagnata a casa dagli amici e solo nella giornata successiva aveva trovato la forza di raccontare tutto ai propri genitori che l’hanno subito portata in ospedale per le visite e dai Carabinieri per denunciare quanto successo.
Sin da subito le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Marina di Pietrasanta sono apparse molto complesse in considerazione che la ragazza era riuscita a fornire solo il nome di battesimo del ragazzo ed una sua generica descrizione fisica, considerato anche che lo stesso, molto probabilmente, era in transito come vacanziere e non residente in Versilia.
Nonostante ciò, i militari dell’Arma, dopo aver consultato l’elenco di tutte le persone alloggiate nelle strutture ricettive della Versilia riportanti lo stesso nome di battesimo fornito dalla vittima, hanno stretto il campo sul responsabile.
Infatti, non con poche difficoltà, i Carabinieri sono riusciti ad individuare il possibile responsabile che, successivamente, attraverso la visione della sua fotografia, è stato riconosciuto dalla parte offesa, da alcuni amici di quest’ultima che lo avevano visto in discoteca e dal personale addetto alla sicurezza del locale.

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