CAMAIORE. Nessun appetito privato nei confronti dell’Arlecchino di Lido di Camaiore. Nessun progetto quindi per farne, come nelle intenzioni dell’amministrazione, la grande casa delle associazioni.

Si arenano i sogni di gloria per l’Arlecchino. Nessuno, in questi anni, si è detto disposto ad investire 7-8 milioni di euro per rimettere a nuovo un edificio pubblico in cui, al massimo, si potrebbe ricavare un bar-ristorante.

Per questo l’amministrazione comunale starebbe pensando ad un’alternativa: cambiare la destinazione d’uso dell’immobile che, ad oggi, risulta utilizzabile solo per attività di uso pubblico. Per farlo c’è bisogno di una variante al piano strutturale e al regolamento urbanistico: si parla del  2013.

La strada da percorrere – ma a questo punto dipenderà da chi vincerà le prossime elezioni – potrebbe essere quella di lasciare che l’imprenditore privato (ipotetico, ovviamente) realizzi un centro turistico comprensoriale. E che in cambio possa avere un ritorno economico, o lasciando parte dell’immobile ad uso residenziale, o prevedendo una destinazione commerciale per poter ad esempio avviare un servizio di noleggio auto e bici.

La diatriba legale tra il Comune e gli attuali gestori del bar Arlecchino nel frattempo va avanti. I gestori ormai non hanno alcuna morosità: hanno pagato il canone fino a ieri. Il Comune, stando così le cose, non ha più quella urgenza, che mostrava un paio di anni fa, di riappropriarsi dell’immobile. Anche perché, al momento, non saprebbe che farsene.

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ultimo aggiornamento: 14-02-2012


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