VIAREGGIO. Si è svolto nei giorni scorsi un importante incontro ai massimi livelli fra i rappresentanti delle due associazioni dei balneari e gli amministratori regionali, in merito alla richiesta di un intervento normativo urgente dell’amministrazione Toscana al fine di risolvere definitivamente l’annosa questione degli incameramenti delle strutture di proprietà dei gestori da parte dell’Agenzia del Demanio.

Da qui la necessità d’intervento della Toscana sia con una iniziativa diretta sia al Tavolo della Conferenza Stato Regioni aperto con il Governo.

Le imprese del turismo balneare, parallelamente alla vertenza collegata all’applicazione della direttiva servizi (Bolkenstein), hanno un altro grande e forse più grave problema con cui si stanno confrontando. Ormai, da molti mesi, l’Agenzia del Demanio sta effettuando verifiche, allo scopo di rilevare se le strutture e le attrezzature esistenti negli stabilimenti balneari siano da considerarsi di “facile” oppure di “difficile” rimozione, ai sensi di quanto stabilito dal Codice della Navigazione.

In base a queste verifiche, allo scadere delle concessioni (quindi sicuramente per tutti entro il 31 Dicembre 2015), le strutture rilevate come “di difficile” rimozione, saranno incamerate dallo Stato, cioè acquisite in proprietà, senza riconoscere alcun indennizzo a coloro che quelle strutture hanno realizzato.

L’iniziativa dell’Agenzia del Demanio si è concentrata, inizialmente in Versilia, dove per altro è ubicato il maggior numero di stabilimenti della Regione, per poi estendersi all’intero tratto costiero.

Ad oggi, dalle informazioni in nostro possesso, pare che oltre il 90% delle strutture ispezionate siano state classificate di difficile rimozione. L’Agenzia procede in questo lavoro utilizzando criteri che non tengono conto delle numerose norme che sull’argomento sono state emanate nel corso del tempo, ed in base alle quali, via, via, i concessionari hanno realizzato i manufatti; ma applicando molto rigidamente una propria circolare interna.

La materia è assai complessa e controversa, basti pensare che la normativa di riferimento è stata predisposta nel 1942, quando le problematiche di gestione della costa erano assai diverse dalle attuali e la priorità non era rappresentata dall’uso ricreativo-turistico, bensì dalla difesa militare.

Nei giorni scorsi, finalmente, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha assunto una importante posizione al riguardo, riconoscendo che le tecniche costruttive moderne non pongono più i vincoli di una volta, che quindi non ha più senso classificare le strutture dividendole nelle due categorie previste dal Codice della navigazione e sollecitando una profonda revisione della normativa di settore.

L’azione dell’Agenzia del Demanio, se portata alle estreme conseguenze, produrrà l’adozione di provvedimenti di incameramento, i quali, a loro volta saranno impugnati dai rispettivi concessionari, attivando un contenzioso di dimensioni considerevoli e determinando il rischio del blocco delle attività per un periodo assai prolungato. I danni che ne seguirebbero all’economia turistica costiera sono facilmente immaginabili.

La questione, per le ragioni sommariamente esposte, è quindi assai rilevante e molto urgente. A questo scopo, i dirigenti delle Assobalneari, Fiba e Oasi della Toscana, hanno richiesto l’intervento del Presidente della Giunta Regionale, sollecitando l’adozione urgente di specifiche norme urbanistiche regionali, attraverso le quali porre rimedio alla situazione.

I dirigenti delle Assobalneari, Fiba e Oasi della Toscana hanno inoltre richiesto al Presidente Rossi di farsi promotore nei confronti del Presidente della Conferenza Stato-Regioni, degli enti locali della costa e dell’Agenzia del Demanio, di tutte le azioni utili al raggiungimento di una positiva soluzione e ad evitare l’attivazione di contenzioso.

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