VIAREGGIO. Continua a far discutere la lettera inviata dal sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, al ministro dell’Interno per sollecitare l’apertura di un Centro di identificazione ed espulsione (CIE) in Toscana. A criticare la presa di posizione del sindaco, e ad annunciare mobilitazioni per opporsi a questa, intervengono il coordinamento Anticapitalista versiliese, la Sinistra Critica, il Sars, il Partito Comunista dei Lavoratori e il gruppo del Dada Viruz Project.

“La lettera del sindaco – scrivono –  ci appare un fatto di una gravità estrema. Questa ipotesi era già circolata per mesi a ridosso dell’elezione di Rossi alla guida della regione Toscana, e già allora suscitò una forte risposta da parte di tutti/e gli antirazzisti/e della nostra regione. Rivendichiamo con forza l’aver preso parte a quella lotta con un costante lavoro sul territorio (e non solo), fatto di presidi, iniziative, dibattiti, volantinaggi.

“Questa infelice uscita del sindaco – aggiungono –  ci sembra però rispondere, più che a reali problemi di “sicurezza” , a due ordini di motivazioni che niente hanno a che vedere con l’ordine pubblico. Da una parte infatti ci pare semplice fumo negli occhi per distogliere l’attenzione dai disastri compiuti da una delle peggiori amministrazioni comunali che Viareggio abbia mai conosciuto. Dall’altra parte invece la criminalizzazione di stampo razzista dei migranti espressa da Lunardini sembra voler aizzare, ancora una volta, la più classica delle “guerre tra poveri”: infatti in un periodo di profonda crisi come quello che stiamo vivendo, con centinaia di disoccupati e cassaintegrati anche a Viareggio, soprattutto nella cantieristica navale e nel turismo, cioè i due pilastri della nostra economia locale, di fronte alla propria incapacità a dare risposte reali alle esigenze della popolazione, il sindaco preferisce indicare il capro espiatorio di tutti i nostri problemi”.

“È un meccanismo pericolosissimo – scrivono – che in questi anni purtroppo abbiamo visto usare a piene mani dai nostri governanti a tutti i livelli: per capire cosa potrebbe succedere basta ricordarsi cosa è accaduto pochi mesi fa a Firenze con l’omicidio di alcuni senegalesi da parte di un neofascista, oppure l’assalto ad un campo rom nella periferia di Torino. Per concludere vogliamo dire a Lunardini che se mai dovesse riprendere corpo l’ipotesi di un CIE in Toscana, siamo pronti a scendere nuovamente in piazza per impedirne la realizzazione, sviluppando percorsi di solidarietà e unità tra tutti gli sfruttati: gli unici veramente capaci di dare una risposta ai bisogni e alle esigenze di tutti noi. Diciamo di no ai CIE in Toscana e altrove ci schieriamo al fianco dei migranti e di tutti gli sfruttati”.

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