SERAVEZZA. Il provvedimento sul rumore votato ieri in consiglio comunale ha già scatenato le proteste delle otto contrade dello storico “Palio dei Micci” di Querceta. Responsabili e presidenti si sono incontrati martedì notte in riunione per discutere della nuova normativa del sindaco Ettore Neri che servirà a far diminuire l’inquinamento acustico nelle zone abitate del territorio comunale: questa decisione però limiterà di fatto anche le contrade, che non potranno far allenare i propri musici con tamburi e chiarine al di fuori di un’ora la settimana, dalle 21.00 alle 22.00. Sufficiente per fare bella figura ad una manifestazione locale come il Palio, forse, ma non certo per poter competere nei campionati e nelle gare nazionali in cui già da qualche anno i suonatori versiliesi si trovano a gareggiare.

La loro partecipazione a queste gare implica infatti un impegno che va ben oltre la domenica in cui si disputa la tradizionale competizione di Maggio, e che porta questi ragazzi a provare tutti insieme più volte alla settimana per quasi tutto il resto dell’anno. Se si pensa infine che le otto contrade aumentano ogni anno il loro vivaio di giovani proprio perché diventare un musico o uno sbandieratore permette di vivere questa esperienza, facilmente si può comprendere il forte disappunto dei presidenti, decisi a ritrattare col sindaco sulla questione e a non lasciar perdere tutto come se niente fosse.

«Non è possibile che un provvedimento del genere venga attuato senza conseguenze- dichiara Andrea Sacchelli, un responsabile della contrada “Leon d’Oro”- io suono la chiarina da più di dieci anni e sempre, anno dopo anno, tutti noi (siamo 400) dobbiamo allenarci per poter essere competitivi nei campionati nazionali e nelle esibizioni che ci vengono richieste addirittura all’estero. Costringerci ad allenarci un’ora a settimana è come chiederci di andare a metterci in ridicolo di fronte alle associazioni di musici e sbandieratori delle altre regioni d’Italia che invece possono allenarsi senza problemi. Sono veramente amareggiato per questa decisione: a questo punto non resta altro che appendere la chiarina al chiodo e mollare tutto. Ma- conlcude- se si andrà fino in fondo con l’applicazione di questa normativa non si speri di non danneggiare il Palio, perché non si può chiedere alle contrade di fare solo quello perché “è tradizione”: o tutto, oppure nulla».

Lo stesso giudizio arriva anche da Riccardo Giannelli, presidente de “Il Ponte”, che aggiunge: «Di fatto con questo provvedimento non si uccidono solo le attività “etra-palio” che le contrade offrono ai giovani, ma anche il Palio stesso in quanto delle ripercussioni inevitabilmente ci sarà da aspettarsele».

Ma non tutti si accaniscono: il presidente de “La Madonnina” Antonio Giorgi dichiara: «Le regole ci vogliono e vanno rispettate, questo è chiaro- dichiara- ma un po’ più di giudizio nell’applicarle risulterebbe gradito: è ovvio che nei centri abitati delle contrade i musici superano la soglia di decibel imposta dal nuovo regolamento, ma questi ragazzi non hanno strutture adeguate dove allenarsi senza dar fastidio a nessuno».

Intanto però si prevede che nei prossimi giorni verrà organizzata una delegazione delle contrade dal sindaco Neri per trattare sulle nuove restrizioni: in fondo la tradizione del Palio, senza le sue otto contrade storiche, non può che scomparire.

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