VIAREGGIO. Il Circolo di Rifondazione Comunista Caracol-Varignano prende posizione in merito alle prossime elezioni e al ruolo che la sinistra dovrà assumere.

“Le recenti prese di posizione, da piu’ parti, sul futuro della città e sul quadro politico con il quale andremo a scegliere la prossima amministrazione comunale peccano, dal nostro punto di vista, di un soggettivismo, tra le forze politiche del centrosinistra, senza precedenti.
Il declino della città, che ha visto nell’ amministrazione Lunardini il suo apice, non può essere affrontata utilizzando le modalità classiche della politica che hanno già dimostrato le difficoltà che incontrano a trovare consenso in città. L’ idea che si scelga sempre e comunque all’ interno degli stanchi e polverosi luoghi della politica politicienne, senza provare a innovare e costruire spazi e modalità nuove, descrive l’ idea di un’ autosufficienza delle classi dirigenti che oggi e’ come non mai in crisi. Come spiegarsi altrimenti il continuo refrain: “siete tutti uguali”, anche per chi non si sente e non e’, oggettivamente, uguale agli altri partiti?

Riteniamo, che la crisi economica complessiva, e quella di Viareggio in particolare, dove a centinaia di licenziamenti seguono centinaia di sfratti, debba, per tutte le forze che aspirano al cambiamento della nostra città, favorire uno scatto. Un salto nel terreno della partecipazione.

Non crediamo possibile, nè speriamo, che il futuro della nostra collettività si determini in accordi tra segreterie e tra gruppi ” dirigenti” di partito. Un’ idea della politica che esclude i cittadini e le cittadine dall’incidere sulla gestione del bene comune, che li relega al ruolo di delega tra progetti di città, mediati tra pochi, non puo’ che favorire i soliti noti e contribuire al declino della partecipazione e della rappresentatività della politica stessa.
Una coalizione di sinistra, che sia chiaro, formata da chi fino dall’inizio si e’ opposto alla giunta Lunardini, per aspirare al governo della città, deve rovesciare i fattori.

Delegare il proprio “potere” di scelta ai cittadini a partire dalla costruzione del programma. Aprire tavoli in ogni quartiere, in ogni spazio sociale, culturale e lavorativo, dove discutere dei problemi e delle difficoltà del nostro territorio e farlo diventare patrimonio collettivo e condiviso del programma di governo. Un canovaccio che leghi i partiti alla città in un legame così solido che obblighi gli amministratori a delineare una gestione della città così come i cittadini hanno scelto.

Scegliamo collettivamente quale idea di Viareggio abbiamo e trasformiamola nel nostro programma di governo. Scegliamo tutti assieme se investire le nostre limitate risorse economiche nel sociale oppure in improbabili e faraonici progetti. Per ridare un senso collettivo alla politica non si può prescindere dalla partecipazione diretta. Una partecipazione che dovrà contribuire anche alla scelta del candidato. Un candidato che segni una cesura con il passato del centrosinistra. Un candidato altro rispetto alla solita diatriba che da troppi anni ci perseguita: Marcucci si, Marcucci no. Un candidato che sia della sinistra viareggina tutta, non frutto di equilibrismi tra gruppi, e che la città senta come proprio.
Un candidato che parli di Viareggio, e che sappia tratteggiare un’ idea di città’ come bene comune.

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