VIAREGGIO. Se Diletta Carli diventerà una campionessa, l’erede naturale di Federica Pellegrini, destinata a collezionare medaglie a ripetizione, proprio come la “Divina Fede”, per il momento, non si può ancora dire. Perché il tempo non si può ingannare, a meno che davvero non si riesca a compiere gesta fenomenali, che finiscono dritte nei libri di storia sportiva.

A Riccione, nel fine settimana, Diletta – nuotatrice di punta della Tirrenica Nuoto – ha fatto capire ancora una volta, sempre se ce ne fosse stato il bisogno, che ormai con le coetanee non c’è più confronto e che il suo habitat naturale, è quello dei grandi palcoscenici continentali.

Impegnata negli assoluti juniores, la Carli ha stravinto nei 200, 400, 800 stile libero e nei 100 e 200 farfalla, facendo registrare tempi eccellenti, che poi si traducono in record di categoria. Giusto per non perdere la confidenza con le gare agonistiche, quella che non più tardi di un mese fa l’ha portata a prendersi il terzo posto nei 200 sl, sempre a Riccione, ma tra le grandi del nuoto azzurro.

Il prossimo impegno, quello che conta davvero, è fissato per la seconda metà di maggio: Europei di Debrecen (Ungheria) dal 21 al 27 maggio, dove Diletta parteciperà alla staffetta 4×200 stile libero con Federica Pellegrini, Alice Nesti e Alice Mizzau, nel tentativo di staccare il pass olimpico. La missione non è semplice, ma nemmeno impossibile: su 16 posti disponibili per Londra 2012, ne sono rimasti soltanto 4. L’Italia, seppur in extremis, può raggiungere l’obiettivo. Diletta ha il terzo tempo assoluto tra le italiane. Dunque, le probabilità che sia lei una delle staffettiste azzurre a Londra, sono piuttosto alte.

Ma il suo allenatore, Adolfo Bonaccorsi, predica calma, un po’ per precauzione, un po’ per scaramanzia: “A Riccione Diletta ha nuotato molto bene, segnando ottimi tempi e dimostrando una grande condizione mentale e fisica. Lei è serena, non sente la pressione e con la Pellegrini ha un bel rapporto, a differenza di quanto hanno riportato i giornali dopo gli assoluti di Riccione”.

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