(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

MASSAROSA. Si chiama Pi-Ship, ed è una barchina di un metro completamente automatizzata. Una barca-robot, capace di perlustrare gli specchi d’acqua e portare a terra informazione sul Ph dell’acqua o sulla presenza di sostanze inquinanti, ma anche di prelevare campioni dal fondale.

La barca è un prototipo realizzata dalla Pitom, azienda del Polo Tecnologico di Navacchio, sperimentata e inaugurata nel piccolo laghetto artificiale di via Poggio alle Viti, a Massarosa, nell’ex cava del Brentino.

È lunga circa un metro, pesa 15 chilogrammi e può trasportare strumentazione da ricerca per altri 15 chili. Ma si tratta di un prototipo: per ogni esigenza può essere modificato lo scafo e quindi la portata. Il profilo che affiora dall’acqua richiama quello di un rimorchiatore.

L’imbarcazione è capace di muoversi in un lago o in un fiume in perfetta autonomia. Il ricercatore suggerisce delle coordinate e la barca, da sola, perlustra l’acqua mentre la strumentazione a bordo effettua le analisi. In cima ha una piccola telecamera, capace di essere orientata anche su un punto fisso indipendentemente dalla direzione della barca.

“L’idea di una barca automatizzata – spiega Roberto Mati, uno degli ingegneri della Pitom – nasce in campo militare. Poi si sviluppa nei settori commerciale e civile. Leader nel settore sono paesi come gli Stati Uniti e Israele. Ma anche a Pisa nascono prodotto innovativi capace di essere molto utili”.

 La Pi-Ship potrebbe essere utile per effettuare analisi scientifiche e batteriologiche delle acque, ed utilizzati da enti o istituti preposti al controllo dell’ambiente, come l’Arpat che non a caso questa mattina (9 maggio) era presente alla presentazione e alla dimostrazione della piccola barchetta-robot.

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