SERAVEZZA. “In Garfagnana si verificano terremoti ciclici, più o meno ogni cento anni, che colpiscono e coinvolgono in maniera importante anche la Versilia . L’ultimo è stato nel 1920: stiamo aspettando in questi anni l’arrivo di una nuova grande scossa, di qui a breve”. Lo dice serafico, come nulla fosse, ma lo dice chiaramente. Con la freddezza di chi è abituato a gestire situazioni di emergenza, e con la consapevolezza di chi sa che la macchina dei soccorsi è pronta ed efficiente. A parlare è Adamo Bernardi, responsabile della protezione civile per i Comuni dell’alta Versilia.

Le ultime scosse di terremoto dell’Emilia hanno fatto paura anche in Versilia. Le case hanno ballato, le scuole sono state evacuate (una addirittura chiusa, a Forte dei Marmi). L’ultimo terremoto in Versilia è quello del 2008, con epicentro a Camaiore. Qualche cornicione caduto, qualche danno, niente di più. Ma gli storici, e i centenari, ricordano ancora il terremoto della Garfagnana del settembre 1920, di scala 6.6, che fece ingenti danni anche in Versilia. “Purtroppo hanno cadenza di uno ogni secolo, grosso modo. Quindi – dice Bernardi – nel giro di pochi anni, 5 come 15, potrebbe verificarsi un’altra scossa del genere”.

Ma non c’è da preoccuparsi. “Qui in Versilia –  spiega il responsabile di protezione civile – scuole ed edifici pubblici sono in buono stato, e resisterebbero all’urto. Sugli edifici privati bisogna vedere quando sono stati costruiti, e con quali tecniche: di sicuro se si adottano sistemi antisismici non ci sono pericoli”.

 Importante anche la prevenzione. “Abbiamo sperimentato per primi in Italia – dice Adamo Bernardi – il sistema di protezione civile partipata. Ai nostri corsi, di grande successo devo dire, hanno partecipato tanti semplici cittadini. Imparano come comportarsi in caso di pericolo, di terremoto come di alluvione. Quando è meglio uscire di casa e quando invece restare sotto un trave portante. Come controllare e valutare le eventuali lesioni della propria casa.

 «Le procedure di emergenza in caso di terremoto o alluvione, per quanto riguarda l’operatività della protezione civile, sono simili – dice Bernardi – Noi abbiamo una sede operativa a Querceta, nel Comune di Seravezza. Qui, in caso di calamità, confluiscono tutti i sindaci interessati, con i loro tecnici ed esperti di protezione civile. A quel punto partono una serie di iniziative, ad iniziare dall’evacuazione delle scuole, che portano avanti i singoli sindaci, sempre però coordinati da noi e dalla Provincia».

Dopo l’evacuazione di scuole e degli edifici pubblici, parte la verifica degli eventuali danni. In caso di terremoto spesso la prima cosa a saltare sono le connessioni telefoniche. «Per questo abbiamo due frequenze dedicate – spiega Bernardi – con le quali assicuriamo che le nostre comunicazioni non si blocchino mai».

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