FORTE DEI MARMI. “Aldilà delle polemiche, le cifre sono inconfutabili: gli ambulanti del mercato di piazza Marconi – via Veneto pagavano 16.80 euro al giorno e adesso ne pagheranno 46.20 per un banco di trenta metri quadrati. Quelli stagionali della domenica ne pagavano 17.40 e ne pagheranno 48.00. Non credo siano costi proibitivi per l’occupazione dello spazio in una delle località più rinomate d’Italia. Casomai, avrebbero potuto essere considerati irrisori prima e comunque sono ampiamente rimasti nei limiti della decenza. Gli ambulanti lo sanno benissimo”. Il vice sindaco e assessore alle finanze Michele Molino torna a parlare delle modifiche COSAP a seguito delle critiche sollevate dall’associazione cittadina della categoria. “E’ indecente parlare di tartassare il mercato – prosegue Molino- quando le tariffe sono rimaste bloccate dal 2009 e gli ambulanti  spendevano solo 16 euro al giorno per vendere i loro prodotti, che peraltro, soprattutto in estate, richiamano la folla delle grandi occasioni nel salotto del paese. Una cifra quasi ridicola, che è rimasta tale finché le condizioni generali e non soltanto dell’Ente  non hanno imposto una modifica, non  certo capace di far  gridare allo scandalo. Lo stesso dicasi per la fiera dell’antiquariato, per la quale il costo di 750,00 euro va diviso fra tutti i gazebi presenti e non pagato singolarmente. Si tratta di cifre che rispettano i parametri nazionali della categoria e  sono equiparabili ai contesti limitrofi. Inoltre, Forte dei Marmi ha un mercato che, per qualità e professionalità, riporta spesso affluenze record, tali da sopportare benissimo l’equo costo del suolo pubblico. Sempre grazie al nome di Forte dei Marmi, gli ambulanti esportano il mercato anche fuori dal contesto locale, in appuntamenti annuali fissi in diverse località del nord Italia.  Un’attività parallela, con tanto di marchio, che, anche nel passato, non ha trovato d’accordo l’amministrazione comunale”. Il vice sindaco si rivolge poi alle proteste esternate dall’associazione commercianti. “Quanto al confronto con la categoria dei balneari, lamentato dall’associazione chiarisce Molino- è insussistente, trattandosi di una legge nazionale che prevede per il demanio il pagamento di un canone annuale allo Stato e non del suolo pubblico al comune. In merito all’archivio, la sistemazione a Massarosa ha ridotto notevolmente i costi precedenti, (da 32.000,00 euro siamo passati a 12.000,00) annullando contestualmente l’utilizzo di personale interno per la ricerca delle pratiche, operazione che adesso rientrano nel contratto in essere. L’utilizzo di un eventuale spazio comunale già esistente avrebbe avuto il costo aggiuntivo di migliaia di euro per la messa a norma, richiesta dalla normativa vigente per l’archiviazione dei documenti. Infine – conclude il vice sindaco –  stia tranquillo il presidente dell’associazione che l’amministrazione sa benissimo come  le spese vadano  razionalizzate  e opererà in questa direzione con celerità. Il medesimo impegno lo sta mettendo per  cercare di gravare il meno possibile sui cittadini. Ne è di esempio la scelta fatta per l’IMU”.

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ultimo aggiornamento: 18-06-2012


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