VIAREGGIO. “Nell’era della fantapolitica i demagoghi si rinnovano in continuazione.” Questo è quanto scrive Emiliano Favilla, esponente di Federazione della Sinistra e del movimento dei balneari contrari alla direttiva Bolkestein. “Chi non ricorda ‘Roma ladrona’ della Lega e ancora più in alto e per un ventennio, sempre che sia finito, ‘il presidente operaio’ Berlusconi, cui tanti italiani, fino al ‘bunga-bunga’, gli avevano dato fiducia?

“Di Pietro e Grillo alternano sprazzi di demagogia in un contesto, però, di verità e condivisione su quello che dicono. Il problema di Grillo e in parte anche di Di Pietro è che oltre loro spesso c’è il vuoto: specie nelle periferie si trovano a imbarcare arrivisti di pochi scrupoli pronti a cavalcare l’opportunità, ma poi quando arrivano a occupare spazi di potere si rilevano incapaci, quando va di lusso.

“Dagli opportunisti si difendono male un po’ tutti i partiti, purtroppo anche quelli più a sinistra. Per questi ultimi va meglio perché i principi sono ancora parte importante dei loro programmi e di conseguenza è più difficile ‘mascherare’.

“Tutto questo accade perché i “valori”, ereditati dalla rivoluzione francese, sono continuamente sotto attacco. Quindi, onestà, giustizia sociale, ecc. ecc. non fanno più parte nemmeno dei programmi di certi partiti con radici di sinistra. E così la fiducia di un tempo nei partiti e nei leaders della sinistra è venuta meno.

“Lo ‘zoccolo duro’ costituito da tanti militanti con le idee chiare faceva da barriera e al tempo stesso da avamposto nelle lotte per l’emancipazione. Il dramma si è verificato quando anche dalla sinistra e dai sindacati, il messaggio è arrivato confuso e contraddittorio, seminando sconcerto e sfiducia.

“Oggi si parla di ‘spread’ si prendono per buoni i giochi perversi della finanza e si dice poco, e niente si fa, in difesa dei diritti, del sociale, della sanità e della scuola pubblica, dei servizi. La stessa democrazia è in qualche modo messa in discussione.

“In un clima si fatto, tra i demagoghi di turno fa buon viso anche il “rottamatore” Matteo Renzi. Questo personaggio è ancora più insidioso perché in un momento in cui la gente è sfiduciata e frastornata, e questo accade anche nel popolo della sinistra, Renzi porta la ‘buona novella’.

“Da buon imbonitore non scende mai nei dettagli di cosa vorrebbe fare in concreto. Sta sul “generico” agitando l’ascia del rottamatore, strizzando gli occhi all’uomo di destra e a quello di sinistra. Quello di destra, in particolare, non ha perso tempo a riconoscerlo come persona che piace: basta che riesca davvero a portare avanti fino in fondo il processo di rottamazione del vecchio.

“Già, ma cos’è quel vecchio a cui fa riferimento Renzi? Quello che c’è da capire bene, appunto, è cosa intende Renzi con il vecchio da rottamare. È quel vecchio-giovane di cui fa parte anche Renzi: Veltroni, D’Alema, Franceschini, fino a Bersani, rottamatori anch’essi dell’eredità berlingueriana?

“Renzi vuole rottamare gli attuali dirigenti del Pd, rei di aver creato un vuoto a sinistra, per ripristinare principi e diritti perduti? Magari fosse così, ma non credo proprio sia questo il caso. Renzi pesca nell’ambiguo e nel malcontento per finire di rottamare anche quel poco di sinistra che è rimasto.”

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“CI VUOLE UN CONSIGLIO STRAORDINARIO PER CONOSCERE LE SORTI DEL COMUNE”

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