(foto Rai)
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LIDO DI CAMAIORE. Esattamente cinque anni la Versilia diceva addio a Pierantonio Graziani, Senatore della Repubblica e grande giornalista, volto noto della Rai e del Tg1. A cinque anni dalla sua scomparsa i figli Chiara, Giovanni, Nicola, Francesco e Anna ne tracciano un breve ricordo, che pubblichiamo integrale.

 

“Dice il libro della Sapienza: fa esperienza della morte colui che le appartiene. Nostro padre – Pierino, Pier Antonio, Pier Franco, Antonio, comunque l’abbiate conosciuto da amico, parlamentare, intellettuale o giornalista – non appartenne alla morte, ossia ai piccoli interessi, all’invidia, al desiderio di successo, in una parola al mondo, neppure un secondo. Quindi ora, mentre leggete queste righe, lui non ne fa esperienza.

“Il mondo spesso lo ricambiò con la diffidenza che riserva a chi non riesce a ridurre alla sua misura. La misura di chi appartiene alla morte e, alla fine, le si deve arrendere. Pierino Graziani pagò al mondo quel che reclamava e si mantenne libero e vivo. Così com’è ora.

“Per noi, i suoi figli, è dunque singolare parlarne nell’anniversario della morte, per noi non un giorno come l’intende la logica mondana, ossia quello della fine oltre la quale non ci sono che celebrazioni: è la tappa della vita feconda di un uomo che vive ancora altrove per aver vissuto bene qui. Il tributo di affetto e di stima sinceri che anche quest’anno gli riservano spontaneamente amici autentici ed a lui cari, è quello che desidera e che rende felici noi.

“Nostro padre – gliene rendiamo testimonianza confermabile da chiunque l’abbia conosciuto – fu infatti diverso: avrebbe potuto usare dei suoi talenti ricchissimi (cultura, intelligenza, sapienza, capacità dialettiche e di scrittura, autorevolezza) nonché delle sue autentiche amicizie, per diventare uno di quei dotti riveriti che costruiscono il loro successo sul controllo delle vite degli altri. Quei talenti invece li mise, con profonda umiltà e naturalezza,al servizio di tutti. A cominciare dai più deboli davanti ai quali era disarmato, tanto quanto era forte con i potenti.

“Sulla pietra del cimitero di Nocchi, sotto la quale non abita, ma che serve da ricordo a chi resta ed ai nipoti amatissimi, c’è una scritta che guarda verso il cielo: ‘Signore ti ringrazio perché hai nascosto queste cose ai sapienti ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli’. Uno di noi cinque, da piccino, un giorno sentì queste parole a Messa. Senza un’ombra di dubbio gli si rivolse e sentenziò: Papà, te sei un piccolo. Questo è nostro padre. Un piccolo che ha conosciuto quello che ai sapienti è nascosto. Ogni altra definizione è una diminutio. Avremmo avuto bisogno – lo sanno gli amici che oggi gli rendono omaggio – di questo piccolo in tempi scuri ed aggressivi. Dobbiamo farne a meno a partire da quel 10 settembre. Una perdita solo per noi che restiamo”.

(la foto pubblicata è un fermo immagine del Tg1: PierAntonio Graziani dà l’annuncio del rapimento di Aldo Moro)

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