VIAREGGIO. “Le domande che abbiamo posto, purtroppo, non hanno tutte trovato risposta. A distanza di due anni ci chiediamo quali siano le prossime iniziative intraprese dal Governo per chiarire le cause della morte di Daniele Franceschi, ma questo passaggio non è stato chiarito”. Lo dice l’Onorevole Fabio Evangelisti, Segretario dell’Idv Toscana.

Sono ancora troppi gli interrogativi senza risposta che si celano dietro la morte di Daniele Franceschi, il viareggino arrestato in Costa Azzurra per una carta clonata e morto in Francia, in carcere, per cause ancora sconosciute.

 “Anche se apprezziamo lo sforzo diplomatico della Farnesina ed il sostegno offerto dalle autorità italiane alla madre, Cira Antignano, vorremmo che potessero finalmente essere fornite quelle risposte che mancano per scoprire la verità”, continua Evangelisti, facendo appello alle iniziative proposte dal Ministero degli Esteri affinchè si possa far luce sulla vicenda.

 Si vuole chiarezza sulla morte di Franceschi, avvenuta dopo cinque mesi di detenzione nel carcere di Grasse, in Francia, nell’agosto del 2010. Questo è quello che ha chiesto Evangelisti questa mattina in Aula a Montecitorio insieme all’Onorevole Leoluca Orlando, al Ministero degli Affari Esteri e al Ministero della Giustizia, precisando che ancora non è chiaro se il giovane viareggino sia effettivamente morto a Grasse o a Nizza, se il 25 o il 26 di agosto.

 Il dato più preoccupante, riguarda comunque la mutilazione della salma, rientrata in Italia il 14 Ottobre 2010 priva di organi interni e in stato avanzato di decomposizione senza una ragione apparente. «Nonostante le autorità francesi avessero assicurato la custodia degli organi per effettuare ulteriori esami tossicologici, cresce il sospetto che si volesse nascondere il pestaggio ed una morte determinata da cause non naturali» dice Evangelisti.

Il  Sottosegretario agli Esteri, Marta Dassu, sostiene che con l’arrivo del nuovo Governo in Francia, l’Ambasciatore italiano a Parigi, Giovanni Caracciolo, è pronto ad esercitare nuove pressioni in merito al caso nei confronti della Guardasigilli francese, Christiane Taubira.

 Intanto la madre insiste e non si da per vinta. “Apprendere che le indagini non si sono arenate e che, anzi, un medico e alcune infermiere dell’ospedale di Grasse sono inquisiti per omicidio colposo desta in noi un briciolo di speranza – conclude Evangelisti – in tutti i casi, comunque, vorremmo una maggiore pressione sia da parte del Governo che di tutte le autorità italiane”.

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