
MASSAROSA. “In riferimento alla protesta inscenata dal sig. Nilo Giusti davanti al palazzo comunale, per lamentare l’installazione di una sbarra che sarà posta sulla strada che porta alla sorgente della Spelonca a Mommio Castello vorrei sottolineare quanto segue”. Inizia così una lettera a firma del sindaco Franco Mungai in relazione alla vicenda della sbarra a Mommio Castello.
“La sbarra è stata richiesta con una petizione popolare fatta da residenti della frazione, infastiditi e preoccupati dai continui atti di vandalismo nella zona.
‘Con la presente – si legge sulla petizione datata 5 marzo 2012 – si porta a conoscenza che nei giorni scorsi in località la Sorgente Spelonca, ignoti durante la notte, con vernice spray, hanno nuovamente imbrattato i muri della chiesina della Madonna della Spelonca e i muri circostanti e troncato il rubinetto dell’acqua in bronzo. Inoltre nelle ore notturne la zona è frequentata da persone sconosciute che lasciano sporcizia di qualunque genere-spinelli e varie- mentre durante le ore giornaliere la stradina sterrata è soggetta a scorribande di ciclomotori che mettono in pericolo i cittadini che si recano alla fonte, recentemente riqualificata dall’Amministrazione comunale. Si chiede – conclude la petizione- che venga installata una sbarra apribile, con l’accesso ai soli proprietari dei terreni e un passo carrabile per i tutti i pedoni’.
“Una proposta portata all’attenzione del comitato di frazione e accolta dall’amministrazione omunale che eseguirà l’intervento rispettando la richiesta di garantire il passaggio di tutti i pedoni e alle auto dei residenti o di coloro che in quella zona abbiano un interesse (campi, oliveti ecc.).
“Una protesta, quindi, – sottolinea Mungai – assolutamente ingiustificata, quella del sig. Giusti, al quale, peraltro, avevo già verbalmente e personalmente spiegato i termini della questione e che francamente mi lascia perplesso anche perché il sig. Giusti non è nemmeno residente a Mommio Castello ed è aggravata dal fatto che lo stesso abbia raccolto firme contrarie dando informazioni false come quella che noi avremmo impedito l’accesso alla fonte ai cittadini.
“Ma, – conclude Mungai- siamo in democrazia e chiunque ha diritto di manifestare le proprie opinioni, anche se dissenzienti. Nostro dovere è quello chiarire con gli altri cittadini la verità.”