LUCCA. “Come avevamo previsto – spiega il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori-Cia, Gian Piero Tartagni – i danni maggiori sono relativi alle colture delle cerealicole e, in particolare, del mais che, almeno per quanto riguarda la nostra provincia, è stato fortemente penalizzato dalla prolungata siccità. Non è bastata la pioggia del mese di maggio che ha, in una qualche misura, ‘salvato’ il raccolto del grano, a migliorare una situazione veramente difficile. Secondo la Provincia, infatti, in questa coltura abbiamo un danno pari a 6 milioni di euro. Il danno è, però, destinato a crescere ulteriormente se si considera che questi raccolti dovevano servire per i mangimi per gli allevamenti. Si corre, in questo modo, il rischio che, a fronte di un abbassamento del prezzo del latte, l’aumento dei costi dei mangimi costringa alcuni allevamenti a chiudere la propria attività”.

Sono ancora non definitivi i dati relativi all’olivo e alle castagne, ma la prospettiva – considerando che il bel tempo continua – è che siano rispettivamente di 3 milioni di euro ognuno: “Un territorio come quello di Lucca – commenta il direttore della Cia di Lucca, Alberto Focacci – ha nell’olio e nelle castagne due delle sue eccellenze: anche in questo caso, pertanto, siamo di fronte a un danno che, al momento, non possiamo stimare nel suo complesso, in quanto, oltre al dato immediato che proviene dal raccolto, vi sarà da quantificare quello relativo al prodotto finito e alla sua mancata commercializzazione, con tutte le ripercussioni che questo potrà avere sulle aziende agricole in questo momento di crisi”.

Una situazione, dunque, particolarmente difficile che, per la CIA di Lucca, esige risposte rapide e concrete. “Chiediamo – concludono i vertici dell’associazione – il riconoscimento dello stato di calamità da parte del Governo”.

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