VIAREGGIO. Prevenire è ancor meglio che curare. Uno slogan che quotidianamente viene lanciato dai medici di tutto il mondo ma che non trova grande riscontro da parte della popolazione e che è stato al centro dell’incontro tra i maggiori esperti italiani di Medicina cardiovascolare riunitisi ieri ed oggi a Viareggio. Dagli specialisti si diparte l’ennesimo appello, che assume i contorni di “mantra”, per quanti, soprattutto giovani, si ritengono indistruttibili.
I dati italiani, invece dimostrano, drammaticamente il contrario: 235.000 i decessi annuali per malattie cardiovascolari; 1 persona ogni 4 minuti subisce un attacco cardiaco e uno su quattro non sopravvive. Ma ciò che preoccupa maggiormente gli specialisti è l’insorgenza di simili eventi nella popolazione giovanile, Infatti, una percentuale rilevante dei 160.000 soggetti che annualmente manifestano un attacco cardiaco, hanno tra i 35 e i 40anni.
“Non possiamo e non dobbiamo nascondere l’evidenza dei fatti – dice il prof. Stefano Taddei dell’Università di Pisa e direttore del Centro di riferimento regionale per l’Ipertensione – i giovani che fanno uso più o meno abituale di droghe, soprattutto cocaina, sono a grave rischio . Coloro che sopravvivono agli eventi cardiovascolari acuti sono destinati a diventare pazienti cronici e la loro qualità di vita è definitivamente compromessa anche se oggi abbiamo cure efficaci a disposizione che però ricadono significativamente sulle risorse economiche per la spesa sanitaria che, ricordiamolo avviene con i soldi versati dai contribuenti”.