VIAREGGIO. In principio fu la Next Gen Series, il torneo vinto dalla Primavera dell’Inter che ha lanciato in orbita l’attuale allenatore della prima squadra nerazzurra Andrea Stramaccioni. Ora, stando a quanto si legge questa mattina (mercoledì 24 ottobre) sulla Gazzetta dello Sport, arriva anche la Champions League giovanile – o meglio: quella delle squadre Primavera – ufficiale, riconosciuta dalla Uefa. Per la Coppa Carnevale, insomma, la concorrenza si fa sempre più spietata.

Champions in miniatura. La creazione di questo torneo, come riportato sulle pagine rosa del quotidiano di via Solferino, è stata ufficializzata lo scorso 30 giugno a Kiev, nel corso di una riunione dell’Esecutivo Uefa. Adesso, piano piano, sta prendendo corpo. Con una formula molto particolare: vi accederanno 32 squadre, ovvero le formazioni Under 19 dei club qualificatisi per la fase a gruppi della Champions League dei “grandi” e i gironi saranno composti nello stesso modo per entrambe le competizioni. Si partirà la prossima stagione, con un progetto sperimentale valido per due anni (2013-2014 e 2014-2015).

Diffidate delle imitazioni. La vittoria dell’Inter a Londra nella prima edizione della Next Gen Series aveva creato qualche malumore. Non tanto per il trionfo in sé, quanto per l’aver tentato di “spacciare” il torneo come la “Champions League dei giovani” pur essendo una manifestazione organizzata da privati che non gode del patrocinio della Uefa. Adesso, con la nascitura competizione supportata dal massimo organo calcistico continentale, verrebbero fugati gli ultimi dubbi su chi possa effettivamente fregiarsi del titolo di “Champions League giovanile”.

E la Coppa Carnevale? Ciò che colpisce e, in parte, rammarica è la mancata citazione del nome di Viareggio e della Coppa Carnevale nell’articolo della Gazzetta. Perché la Next Gen Series, pur potendo vantare la presenza di nomi di grido quali Ajax, Barcellona e Liverpool, non può certo essere paragonabile ad un torneo che ha alle spalle oltre 60 anni di attività, più antico persino della vecchia Coppa dei Campioni e degli Europei, che ha sempre trasmesso segnali di distensione in epoche storiche particolarmente turbolente e dal quale sono usciti grandi nomi del calcio italiano e mondiale.

Paese che vai… Eppure, oggi, i grandi squadroni, quelli che smuovono l’attenzione dei media – e, probabilmente, anche degli sponsor – non vengono più. Bayern Monaco, Barcellona e Manchester United a Viareggio non si presentano. Il motivo, probabilmente, sta a monte. Quelli appena citati sono tre paesi strutturati in maniera diversa, anche rispetto all’Italia, in materia di calcio giovanile.

In Germania esistono le squadre B, indicate con il numero due alla romana (II), che nel migliore dei casi possono giocare nella terza divisione nazionale. Qualcosa di simile accade in Spagna, dove le squadre B disputano addirittura i campionati di seconda divisione, con l’unica condizione non sia presente nello stesso girone la prima squadra del club medesimo. In Inghilterra, invece, esiste il campionato esclusivamente dedicato alle riserve delle prime squadre, ora ribattezzato Professional Development League: ogni club può schierare solamente ragazzi di 21 anni o più giovani, con l’eccezione di un portiere e tre giocatori di movimento fuoriquota.

Nuove frontiere. Inglesi e tedeschi – gli spagnoli mancano da svariati anni -, dunque, hanno quasi sempre mandato alla Coppa Carnevale formazioni più giovani di quelle italiane che, come da tradizione, portano a Viareggio la squadra Primavera. E così, progressivamente, si sono registrate partecipazioni sempre più sporadiche di società provenienti dalla Germania e dall’Inghilterra.

Rimangono, così, squadre dell’Est Europa o di altri continenti, vedi America Latina, Australia e Stati Uniti. L’idea di scommettere su queste nuove frontiere del pallone potrebbe rivelarsi vincente. Ma, certamente, servirebbero nomi più altisonanti di New York United e Apia Leichhardt Tigers.

Va poi sottolineato che la Mls e la A-League, ovvero il massimo campionato statunitense e australiano, non prevedono promozioni e retrocessioni, esattamente come la Nba di pallacanestro. Varrebbe dunque la pena chiamare i club che fanno parte di questo circuito ristretto.

Un’idea potrebbe essere quella di invitare il Sydney Fc, sfruttando la presenza in squadra di Alessandro Del Piero – l’ex numero dieci della Juventus, peraltro, vinse la Coppa Carnevale negli anni Novanta. O i redivivi New York Cosmos, che per la loro rinascita si sono affidati a nomi quali Pelé (presidente onorario), Carlos Alberto (ambasciatore nel mondo) e Éric Cantona (direttore tecnico). Senza dimenticare le grandi d’Europa che rimarrebbero fuori dalla Champions League.

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