VIAREGGIO. Con la parola “mignagnore” in vernacolo viareggino si intendono quelle cose piccole e, allo stesso tempo, futili. Oggetti, insomma, di cui si può fare tranquillamente a meno. Eppure, almeno nelle intenzioni di alcune cittadine, possono servire per tenere a debita distanza cattive frequentazioni da una delle piazze del centro di Viareggio.
È con questo spirito che nasce il “mercatino delle mignagnore” in piazza Piave su iniziativa dell’Auser Filo d’Argento, dell’associazione Libere, dell’Araba Fenice onlus e della casa di riposo Sacro Cuore di Gesù. Quattro banchetti, dalle 10 alle 19 di un soleggiato sabato di metà novembre, ricordano ai viareggini il dovere di riappropriarsi di questa piazza tra via XX Settembre e via Leonardo da Vinci, finita oramai nelle mani degli spacciatori e, soprattutto, preda di un’indifferenza che ferisce (pochi giorni fa ne ha fatto le spese il negozio del parrucchiere Paolo Chiocchetti).
Tra le promotrici c’è Manuela Granaiola, senatrice del Partito Democratico che, però, preferisce parlare da semplice cittadina. “La sicurezza passa anche attraverso la riappropriazione di certi spazi, come ha insegnato l’esperienza delle Notti Bianche nella Pineta di Ponente”, dice la parlamentare viareggina. “Contiamo di ripetere questa iniziativa ogni sabato, riuscendo a coinvolgere anche altri enti ed associazioni. Anzi, abbiamo anche in programma un evento per i bambini poco prima delle vacanze di Natale.”
Ma la risposta della città, al momento, è stata fredda. “Tra le undici e mezzogiorno è venuta tanta gente che aveva letto del mercatino sui giornali”, prosegue Granaiola. “Quello che dispiace è che si siano visti pochi dei residenti in zona, soprattutto tra quelli che vivono proprio in piazza Piave.
“Chissà, magari sono solo demoralizzati o rassegnati. Ma il messaggio che deve passare è che Viareggio deve riprendersi i propri luoghi.”
