CAMAIORE. “Ho visto madri, padri, piangere davanti ai gestori di locali perché i figli si erano giocati tutto alle slot machine. Credetemi, sono scene che fanno riflettere”. L’invito, rivolto allo Stato, a fare una seria e accurata riflessione viene dal coordinatore comunale di Fli, Fabrizio Pellegrini che interviene sulla delicata questione ormai all’ordine del giorno delle macchinette e delle slot-machine.

“Il peccato originale non è dai baristi, ma dello Stato che ha regolamentato le slot machine che si è preoccupato di far cassa con queste macchinette prelevando il 60% di quanto incassano. Ora tocca allo Stato intervenire, non ne possiamo più. Non è danneggiando gente che magari ha già i suoi problemi che si giustificano certi guadagni.

Puntualizzo che non si tratta solamente di una questione morale: “In questo caso entra in gioco anche il senso di avere un locale, di avere una certa professionalità. Alcuni locali avrebbero dovuto chiudere tempo fa, le slot machine hanno rimpiazzato le tazzine di caffè snaturando i bar.

Lo Stato deve ravvedersi, intervenire in modo graduale. Ora occorre una soluzione intermedia per togliere in modo graduale le slot machine dai locali, e riqualificare così anche i nostri locali. Tengo a specificare che c’è una distinzione tra un locale con le slot machine e uno senza. Sono due locali differenti, credo che se in alcuni di questi venissero tolte le macchinette non avrebbero più clientela, poi ognuno fa come crede ma un bar deve puntare al servizio, alla qualità, al prodotto: solamente così si fidelizza la clientela.

Sono in molti, tra gettoni e pulsanti, alla ricerca disperata della Dea bendata: italiani, stranieri, giovani, anziani, solitamente più donne che uomini. Una malattia, una dipendenza dal gioco che contagia più categorie di persone.

Per i gestori di bar è sicuramente un’entrata sicura, incide sul bilancio dell’attività. Una stima approssimativa? Due slot machine possono arrivare ad incassare fino a 50mila euro al mese, ai titolari va circa il 6 per cento pari a 3mila euro al mese. Soldi che risollevano le sorti di molti esercizi. Ma ripeto: ho visto madri piangere disperate per i soldi spesi dai figli alle slot machine. Nessun incasso potrà mai giustificare quelle lacrime”.

 

 

 

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