VIAREGGIO. Gli occhi incollati al televisore, tutti indirizzati su quel manto erboso dalle strisce multicolore dove si esibiranno le due squadre più forti del football americano. Un’attesa spasmodica per l’evento sportivo con maggior seguito negli Stati Uniti, roba da 164 milioni di telespettatori e profitti da oltre tre milioni di dollari per gli spazi pubblicitari. Il 47° Super Bowl in scena il 3 febbraio prossimo a New Orleans, però, sarà ancora più appetibile per i versiliesi appassionati della Nfl: parte delle scenografie dell’evento sarà realizzata da un viareggino.

Jonathan Bertuccelli è nato in Colombia, a metà degli anni Sessanta, e risiede ormai da tempo nella culla del jazz. Eppure, è un viareggino a tutti gli effetti: ha trascorso la sua infanzia lungo le rive del Tirreno, suo padre Raoul era un mascheratista di talento nel mondo del Carnevale e il prozio Sandro addirittura trionfò in prima categoria nel 1953.

Trasferitosi definitivamente in America negli anni Settanta, Raoul Bertuccelli ha esportato l’arte della cartapesta a New Orleans, sede di un famoso Carnevale: qui ha fondato la Studio3 Inc, vera e propria fabbrica del divertimento – il logo dell’azienda è il Burlamacco – portata avanti dal figlio Jonathan, impegnato adesso con il più grande evento sportivo d’America.

Foto Jonathan Bertuccelli

“Mi hanno contattato gli organizzatori dei vari eventi della Nfl, tra cui il Super Bowl”, spiega Bertuccelli, che rivendica con comprensibile orgoglio di aver coniato l’espressione “Of the pussy”, sorta di versione inglese del “Delafia” viareggino. “Curerò la scenografia del bar dello stadio, con teste di jolly e drappeggi simili alle nuvole dei vecchi carri di Viareggio: dovrà essere una sorta di evocazione del Mardi Gras, il Carnevale di New Orleans.

“Al tempo stesso realizzerò quattro teste di giocatori di football americano, che verranno portate in giro per il campo come se fossero mascherate in gruppo.”

Le aspettative, inutile negarlo, sono alte. “Sì, indubbiamente, anche se questa non è la prima volta che lavoro per il Super Bowl”, confessa Bertuccelli.

Tutto è iniziato nel 1990, guarda caso pochi mesi prima della cerimonia di apertura dei Mondiali di Italia ’90 curata dai carristi viareggini. “Quell’anno il Super Bowl si giocò a New Orleans, al Superdome: come da tradizione, la partita fu preceduta dall’esecuzione dell’inno nazionale americano, cantato in quel caso da Aaron Neville.



“Noi avevamo realizzato un busto della Statua della Libertà alto circa 10 metri, con tanto di bandiera a stelle e strisce, che faceva bella mostra di sé dietro a Neville.” L’animo salmastroso di Bertuccelli non tarda a manifestarsi: “Fu un’americanata”, ricorda. “Però alla viareggina, visto che il busto venne fatto in cartapesta. Costruimmo anche altre scenografie per l’half time show, lo spettacolo di intrattenimento a metà gara.”

Foto Jonathan Bertuccelli

Da quel momento i viareggini della Louisiana hanno messo a disposizione la loro maestria per altre finalissime del campionato Nfl. “Spesso il Super Bowl si disputa a New Orleans: ci chiamarono nuovamente per il 1996, anche se ci commissionarono qualcosa di diverso – sei grandi teste per alcuni artisti che ballavano in campo durante i momenti di pausa. E poi andammo anche a Miami, qualche anno dopo.”

L’emozione vissuta la prima volta non è certo replicabile. L’adrenalina, tuttavia, non accenna a diminuire. “Appena metti piede in campo e senti il boato del pubblico ti arriva una carica di energia incredibile e questo avviene in qualsiasi Super Bowl. Ma anche le prove sono un momento straordinario: nel 1996, a New Orleans, ero sul prato e mi passò davanti James Brown, che era tra gli artisti che si sarebbero esibiti. Anche stavolta sarà un’esperienza sensazionale.”

Il destino ha voluto che la data del Super Bowl combaci con quella della prima sfilata sui viali a mare, per molti viareggini forse il momento più atteso dell’anno. Chi, come Jonathan, ha radici in entrambe le città proprio non poteva chiedere di meglio.

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