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VIAREGGIO. Il Centro Antiviolenza “L’Una per l’Altra”-Casa delle Donne Viareggio e l’Associazione Nazionale D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza protesta insieme alle donne di Lerici contro le tesi  sul femminicidio del parroco di San Terenzo.

La manifestazione è in relazione al gesto di don Piero Corsi, il parroco della chiesa di San Terenzo, che ha affisso (e poi è stato costretto dal vescovo della Spezia Mons. Luigi Ernesto Palletti a rimuovere) il volantino shock in cui si affermava che le donne provocano il femminicidio. Il sacerdote non è stato sospeso ma trascorrerà un periodo di riposo prima di tornare in parrocchia.

L’associazione nazionale D.i.RE – Donne in Rete contro la violenza – aderisce al sit-in di protesta organizzato per domani sulla spiaggia, dalle donne di Lerici, e le sostiene in quella azione civile che è la pubblica condanna delle deprecabili dichiarazioni e dei comportamenti di Don Piero Corsi.

“Riteniamo altresì gravissime le tesi esposte nel manifestino affisso dal parroco nella bacheca della chiesa di San Terenzo, che riprendevano un editoriale sul femminicidio pubblicato qualche giorno fa sul sito Pontifex. In quell’editoriale e in quel manifestino si colpevolizzano le donne vittime di stupro e di femminicidi e si esprime la solita indulgenza assolutoria nei confronti di stupratori e assassini in nome della “provocazione”. Convinzioni che nascono nel terreno dell’oscurantismo, del pregiudizio e dell’ignoranza.

La responsabilità della violenza sulle donne è di chi la commette ed è una grave violazione dei diritti umani come già dichiarato più volte dall’Onu e dall’ Unione Europea. Siamo impegnate da anni in una battaglia di civiltà perché la violenza sulle donne sia considerata un crimine inaccettabile e senza scusanti e vogliamo rispetto per le donne vittime di violenza e di femminicidio. E’ inoltre inaccettabile e indegno di un Paese civile che tali parole siano pronunciate da chi ha un ruolo di responsabilità istituzionale o religiosa, per questo ci rivolgiamo a Benedetto XVI affinché siano presi opportuni provvedimenti nei confronti di Don Piero Corsi e la Chiesa condanni le dichiarazioni sul femminicidio contenute nel manifesto”.

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