(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

VIAREGGIO. “Periodicamente tornano i rumors di accorpamenti, tagli, diversa dislocazione dei servizi nella sanità versiliese: è inevitabile pensare che tanto fumo, alla fine, non implichi anche del fuoco.” Così scrive l’ex senatrice del Pd Manuela Granaiola, prossima candidata al Parlamento alle elezioni politiche.

“Tuttavia il dottor Brunero Baldacchini, direttore dell’Asl Versilia, mi ha ribadito quanto da lui affermato in diverse occasioni: si tratta solo di ipotesi di lavoro. Alla luce dei pesanti tagli effettuati e con la spending review in Versilia sarebbero all’ordine del giorno solo interventi di razionalizzazione della spesa che non dovrebbero implicare alcuna riduzione dei servizi. Prendo atto con soddisfazione di queste conferme, ma conservo più di una preoccupazione.

“Innanzitutto concordo con Caprili sulla pericolosità e dannosità di quel clima di incertezza che ormai da tempo si è radicato sulle prospettive della sanità versiliese: se le cose stanno come afferma Baldacchini allora è giunto il momento di certificarle ufficialmente. Sarebbe un atto importante che aiuterebbe ad affermare un quadro di fiducia e a consentire una discussione più concreta e fattiva anche su eventuali operazioni di razionalizzazione dei costi.

“La moribonda Società della Salute sta volgendo al termine, con essa anche le poche e scarne occasioni di condivisione delle scelte ed ogni altro strumento di integrazione delle opportunità, dei servizi e delle risorse. La fine della società della salute non necessariamente deve voler dire fine dell’integrazione dei servizi e della condivisione delle scelte.

“Mi domando quali luoghi e quali percorsi istituzionali efficienti, concreti e non burocratici possano essere avviati per conservare questo spirito di collaborazione tra soggetti diversi; spirito che secondo me era il principale elemento positivo della normativa istitutiva delle Società della salute. L’alternativa non potrebbe che essere una visione tecnico-monocratica dei servizi sanitari assolutamente non condivisibile, contraria allo visione universalistica del sistema sanitario ed opposta a tutta l’impostazione storica del welfare toscano.

“L’Unione dei Comuni potrebbe essere lo strumento in grado di farsi carico di tutti questi temi andando oltre una visione prevalentemente emergenziale: occorre affermare priorità, effettuare scelte, delineare orientamenti che dovrebbero caratterizzare in maniera ben diversa ogni eventuale operazione di razionalizzazione dei costi.

“Penso alla prevenzione, alla promozione degli stili di vita, alla qualità dei servizi, al rapporto tra istituzioni sanitarie, territorio e cittadini; penso ad affrontare concretamente temi nuovi e centrali come quello dell’andamento demografico.

“Una questione, quest’ultima, che, se affrontata secondo vecchie logiche, rischia veramente di determinare in un prossimo futuro l’insostenibilità finanziaria dei servizi sanitari. Tutti temi questi che vanno ben oltre i pur importantissimi confini dell’ospedale.”

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