Foto Simone Pierotti

VIAREGGIO. Verrebbe quasi voglia di citare un Franco Califano d’annata: “Tutto il resto è noia”. La presentazione degli otto candidati alle primarie del centrosinistra per le elezioni amministrative non verrà certo ricordata come una serata entusiasmante, di quelle che accendono gli animi. Colpa della platea della sala Barsanti della Croce Verde, numerosa – tanti gli esponenti di liste civiche e dei partiti della sinistra – e incuriosita, ma poco partecipe. Colpa anche dei protagonisti, che hanno risposto alle domande dei due moderatori dimenticando cuore, sentimento e passione. Più che un invito alle urne, insomma, è parsa un’interrogazione collettiva, dove si cerca di convincere il professore anziché la platea, cioè chi materialmente darà il proprio voto.

Imu, cosa fare? Sei i quesiti che i giornalisti Donatella Francesconi e Beppe Nelli sottopongono ai vari candidati. Si parte dall’Imu e dalla domanda delle cento pistole (“A quanto la porterebbe?”) e Andrea Antonioli, l’uomo su cui ha puntato Sel, non si perde in troppi meandri: “Va abbassata almeno al quattro per mille, come già avviene in altri Comuni versiliesi.” L’ex sindacalista parla poi di “lotta all’evasione fiscale”, tema ripreso anche dal renziano David Zappelli, mentre Franco Micheli (Pd) cita come esempio quelle città dove l’Imu “è al 50% della vecchia Ici”. Massimo Lucchesi e Leonardo Betti, i due nomi di punta del Pd, non si sbottonano ma sottolineano la necessità di “maggior equità” e di “ripensare l’imposta” e Paola Gifuni, unica donna in corsa, parla di “rimodulazione” con l’intento, però, di “portarla al minimo”.

Carnevale lungo o corto? Non poteva mancare una domanda sul Carnevale, l’unica grande manifestazione rimasta in una città sempre più ripiegata su se stessa: Betti, Micheli e Gifuni concordano sull’idea di fermarsi al Martedì Grasso anziché dilatare nell’arco di un mese i corsi mascherati. E poi, a ruota libera: recupero del rapporto “con il territorio” (Lucchesi), progettualità, circuito unico delle iniziative culturali cittadine e intensificazione di eventi collaterali (sì, ma quali?). Nessuno, però, si sbilancia sul nome di un possibile presidente della futura Fondazione Carnevale. Nessuno, tranne Zappelli che caldeggia Franco Anichini. Antonio Batistini, ex capogruppo consiliare del Pd, indica un’altra strada (“Per quanto mi riguarda, sarà la città a scegliere”) mentre Betti si domanda se la Fondazione sia effettivamente lo strumento più adatto per la gestione della manifestazione.

Perché votare il centrosinistra? I due moderatori, a un certo punto, vestono i guantoni da pugile e mettono nell’angolo gli otto candidati con alcune domande al sapor di pepe. Ad esempio: perché mai i viareggini dovrebbero eleggere uno di loro, dopo anni di amministrazioni di centrosinistra che hanno contribuito al declino della città? Micheli sostiene che “non siamo tutti uguali” e che “non tutti sono stati conniventi con i palazzinari o la massoneria”. Gli altri del Pd ricordano che, sì, di errori ne sono stati commessi in passato, ma anche che è stato fatto qualcosa di buono. L’unico a prendere energicamente le distanze è Antonioli, che rivendica “gli scontri con Marcucci sulle società partecipate e la Viareggio Patrimonio” e il non aver mai avuto incarichi politici in quegli anni. E c’è chi, come Zappelli, rimembra come sia stato il primo a volere fortemente le primarie – ma quel “deh” a metà strada tra pisano e livornese era proprio necessario? Più in generale, emerge dalle varie anime la volontà di prendere in qualche modo le distanze dal vecchio establishment del partito.

Foto Simone Pierotti

Comune, quanto mi costi? Si passa, poi, a una sorta di quiz sulla spesa corrente del Comune e sulla Viareggio Patrimonio. Nel primo caso solo Betti e Lucchesi forniscono la risposta corretta – 87 milioni di euro -: il resto si becca pure qualche (timido) fischio tra i “Non lo so”, “Non c’è un dato preciso” e “Per fare il sindaco non è così vincolante saperlo”. Nel secondo, solo Batistini e Gifuni ricordano che la Patrimonio si occupa, tra varie mansioni, anche degli impianti sportivi – la responsabile ambiente del Pd scivola però su una buccia di banana quando dice che è una SpA invece di una Srl. Micheli, poi, non si risparmia: “Le partecipate sono un parcheggio per i trombati.”

L’amministrazione che verrà. L’ultimo quesito verte sulla macchina comunale: ci saranno il direttore generale esterno e il capo di gabinetto a contratto? E quanti saranno gli assessori? Micheli e Lucchesi li fissano a cinque, aggiungendo che il loro ruolo andrà comunque ripensato, Betti e Batistini ne aggiungono uno. Tutti concordi sull’idea di ridurre gli sprechi e le consulenze esterne, puntando invece sulla valorizzazione delle professionalità – dirigenti e tecnici – interne al municipio, anche se nessuno – unica eccezione Antonioli – sembrerebbe rinunciare al capo di gabinetto. Sorprende, comunque, che nel corso della discussione non sia emerso uno dei problemi principali di Viareggio: l’emergenza sociale.

Difficile, infine, esprimere un giudizio su Umberto Belardini, il candidato del Psi: la malattia lo limita vistosamente nell’espressione orale. Eppure è sua la battuta più salace della serata: quando gli viene chiesto perché i viareggini dovrebbero rinnovare la fiducia al centrosinistra, lui ribatte con un lapidario “Perché non c’è di meglio”.

Alla fine, saranno i viareggini a deciderlo alle consultazioni di primavera. E, in quella occasione, il candidato del centrosinistra dovrà giocare maggiormente a viso aperto e non per il pareggio a reti bianche.

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