(Foto Luca Filidei)

VERSILIA. Si è concluso recentemente il censimento di metà inverno dell’avifauna del Parco, da sempre svolto nel mese di gennaio per  monitorare gli andamenti delle popolazioni di uccelli acquatici migratori che svernano in varie zone umide della vasta area protetta, dalla Riserva della Cornacchiaia nell’estremità meridionale della Tenuta di Tombolo, fino all’area del Massaciuccoli.

Anche quest’anno le zone umide costiere del parco regionale, che danno ospitalità a numerose specie, si sono confermate tra le più importanti della Toscana; per alcune di esse la valenza è persino nazionale. Alcuni uccelli migratori, poco noti al grande pubblico, arrivano direttamente dalle zone orientali e settentrionali del Vecchio continente per trascorrere l’inverno all’interno delle riserve del Parco: è il caso dell’aquila anatraia minore (Aquila pomarina), proveniente dalla steppa della Russia eurasiatica, o dell’orco marino (Melanitta fusca), un tipo di anatra marina che nidifica nei paesi scandinavi e dalla Russia, inclusa tra le specie a rischio di estinzione nella Red List IUCN e nell’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa-Eurasia, più noto come AEWA.
E ancora, a popolare le zone umide a terra e gli specchi d’acqua dolce e salata del Parco, sono centinaia di oche, decine di gru (Grus grus) e migliaia di pavoncelle e anatre di superficie: una notevole varietà biologica che da sempre classifica di diritto il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli – insieme alle zone di Orbetello e al territorio Parco della Maremma – tra le aree protette più importanti della Toscana e d’Italia per la conservazione di tali specie.

Il Centro ornitologico toscano (COT), per conto della Regione Toscana e in stretta collaborazione con l’Ente Parco nel territorio sottoposto alla sua tutela, organizza da oltre trent’anni i monitoraggi invernali per quantificare le presenze e seguire i trend delle singole popolazioni; durante le giornate dedicate a tali censimenti – coordinati a livello italiano dall’ISPRA e a livello internazionale da Wetlands international – decine di volontari, sotto il coordinamento e l’ausilio tecnico del COT, uniscono le forze, per censire in circa dieci giorni tutte le zone umide della Toscana, ad inclusione appunto del Parco della costa pisana, vecchianese e viareggina.

E’ proprio la presenza di zone umide estese, prive di inquinamento o di altre fonti di disturbo derivanti dalla presenza o dalle attività dell’uomo (insediamenti urbani, pratiche venatorie, etc.) a garantire anche a livello globale la conservazione di specie, che senza l’esistenza delle aree protette sarebbero invece probabilmente scomparse, com’è d’altronde avvenuto in gran parte delle pianure toscane e del resto d’Europa.

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