(Foto Matteo Ghilarducci)

VIAREGGIO. “Il nostro Carnevale è una meravigliosa manifestazione che da 140 anni rende famosa Viareggio a livello nazionale ed europeo. Ma c’è un’altra cosa che rende tristemente nota Viareggio anche a livello internazionale: la strage ferroviaria avvenuta il 29 giugno 2009 con 32 vittime che riposavano al sicuro delle loro case, decine di feriti che porteranno sempre segni di quella notte, un’intera strada distrutta: è stata la più grave tragedia ferroviaria del nostro Paese”.

E’ stato letto fuori dal corso, di fronte a Piazza Mazzini dove le telecamere della Rai stavano riprendendo la sfilata, il comunicato di Daniela Rombi, presidentessa dell’Associazione “Il mondo che vorrei”, nonostante la richiesta da parte dei familiari delle vittime della strage di poter far sentire la propria voce nel corso della diretta.

(Foto Matteo Ghilarducci)

“Il mondo che vorrei onlus, l’Associazione dei familiari delle vittime, ringrazia di cuore i cittadini, Enti e associazioni che ci sono stati vicine, ma abbiamo bisogno ancora di voi: tra poco inizierà l’udienza preliminare del processo, momento importante in cui il giudice deciderà chi va al processo. Per ottenere verità giustizia e sicurezza è necessario che gli amministratori delegati delle nove società coinvolte e i 32 imputati affrontino un giusto processo, in modo che il sistema che ha prodotto questa strage venga ripulito e finalmente si operi avendo presente come massimo obiettivo la Salute e la Sicurezza dei cittadini, dei viaggiatori, dei ferrovieri.

Non è ammissibile né concepibile pensare di risanare i bilanci di un’azienda come le ferrovie risparmiando sulla manutenzione, sui controlli, sulle ispezioni … non è concepibile, né accettabile risparmiare in sicurezza per investire sull’Alta velocità.

Non è concepibile, né accettabile definire la strage di Viareggio come “uno spiacevolissimo episodio” o “se accade un incidente in ferrovia sembra che caschi il mondo”: per noi il mondo si è concluso il 29 giugno 2009!

Non è concepibile, né accettabile che se un ferroviere mette la propria competenza gratuitamente al servizio dei familiari venga prima intimidito, poi sospeso ed infine licenziato. E’ accaduto anche questo!

Il Carnevale è vita, è allegria e noi, nonostante tutto, con il nostro dolore vogliamo vivere perché la vita è meravigliosa ma, al contempo, non dimentichiamo cosa è accaduto, non dimentichiamo chi non gode per il 4° anno del Carnevale, chi non torna a casa questa sera e chiediamo con tutto il cuore anche a voi di non dimenticare, come troppo spesso è accaduto nel nostro paese, ma di esserci vicino in questa battaglia di dignità e civiltà”.

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