VIAREGGIO. Forse è passato fin troppo in sordina, eppure è stato uno degli elementi innovativi di questa edizione del Carnevale: tutti i carri – chi più, chi meno – hanno sfilato con un gruppo di figuranti a terra, intenti ad intrattenere il pubblico dei viali a mare con coreografie appositamente studiate. Aggiungeteci una colonna sonora che scandisce gesti e movimenti delle maschere delle costruzioni ed ecco che lo spettacolo è assicurato.

I coniugi Gilbert Lebigre e Corinne Roger sono stati forse i primi, tra i maghi della cartapesta ancora in attività, a puntare sulla danza come valore aggiunto a bordo dei carri: chi non ricorda l’esibizione sul retro della loro costruzione con la gigantesca ballerina? Questa volta hanno puntato su un’ambientazione anni Trenta, con i figuranti che indossano salopette e maglie a strisce orizzontali e interagiscono con gli spettatori mentre sul carro suonano Duke Ellington e Django Reinhardt e, soprattutto, “Fuck Austerity” di Luca Bassanese.

Anche Alessandro Avanzini ha intrapreso ormai da anni questa strada, grazie al prezioso aiuto del coreografo Angelo Bertini. I figuranti di “Minotauro” si cimentano nella rappresentazione di sette diversi quadri, intervallati da un breve commento di dodici ragazze che formano il coro: si sono rivelati particolarmente coinvolgenti quelli accompagnati da “Holding Out for a Hero”, brano cantato negli anni Ottanta da Bonnie Tyler, e dalle inconfondibili note del sirtaki di Mikis Theodorakis.

Altri costruttori, invece, hanno preferito sposare la novità senza rinunciare a una vecchia tradizione che sembrava, ormai, andata perduta: la canzone ufficiale del carro. Prendete Massimo Breschi: per una volta, ha fatto scendere dalla costruzione tutte le maschere che adesso sfilano, in abiti nuziali, davanti alla mastodontica Balilla degli ormai ex novelli sposi Monti e Napolitano. Daniele Biagini e Andrea Paci, due nomi non certo sconosciuti tra gli amanti della musica del Carnevale, hanno completato il quadro occupandosi della canzone ufficiale “Viva gli sposi”.

Lo stesso Paci, poi, ha composto assieme a Gianni Bini e Luana Pepe anche il brano “La guerra dei poveri” per la coreografia dell’omonimo carro di Stefano e Umberto Cinquini: viene eseguito ogni qual volta la costruzione fa il suo ingresso in piazza Mazzini, scortata da un esercito di figuranti con la tuta mimetica e il volto truccato di bianco e rosso. Il dj viareggino ha rilevato il collega Francesco Ienco, alias Dj Kekko, che ha conseguentemente preso il suo posto sul carro dei fratelli Uberto e Luigi Bonetti: qua, oltre a far ballare con i successi del momento una schiera di giullari dai costumi variopinti, fa riecheggiare le note della canzone “Potere in maschera” di Lorenzo Biagini, Andrea De Nisco e Massimo Domenici.

Se Roberto Vannucci ha puntato sull’intramontabile “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano come brano di accompagnamento al carro che reca lo stesso titolo, Franco Malfatti rispolvera il “Coro a bocca chiusa” di Giacomo Puccini e “Non ti scordar di me” interpretata da Pavarotti che fanno della sua costruzione dedicata ai carcerati un’opera molto toccante. Molto più festosa, invece, la scelta operata da Carlo Lombardi: un coreografo vestito da gallo nero guida tutti gli altri figuranti mentre le casse diffondono “Ecco il pollaio”, scritta da Cinzia Zaccaria e cantata da sette diversi interpreti, molti dei quali hanno partecipato all’ultima edizione del Festival di Burlamacco.

È, comunque, in seconda categoria che spopolano le canzoni ufficiali: Jacopo Allegrucci spalanca le finestre di Montecitorio con l’accompagnamento di “Mami” eseguita da Elena Allegri, Emilio Cinquini ricorda a viareggini e forestieri i costi della politica con “E io pago!” interpretata da Maela Chiappini mentre Luciano Tomei ha proseguito la fattiva collaborazione con la coppia Giovanni Madonna-Roberta Bartali che ha composto “Tempo al tempo” per il suo carro.

Se la colonna sonora è ormai da anni un elemento a cui viene riservato uno dei tanti premi speciali, così non è per le coreografie.

L’ex vicepresidente della Fondazione Carnevale Renzo Pieraccini, tra i giurati di quest’anno, formula la sua proposta: “Secondo me bisognerebbe istituzionalizzare le coreografie a terra attraverso un articolo del bando di concorso in modo da rendere questa attività classificabile, spettacolarizzando ulteriormente la sfilata – scrive Pieraccini – se ogni carro avesse una coreografia a terra si coprirebbero anche i vuoti tra una costruzione e l’altra dovuti all’assenza di bande e gruppi”.

Il sempiterno scontro tra conservatori e innovatori del Carnevale è appena ripreso.

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