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VIAREGGIO. C’è una parola che accomuna due lingue profondamente diverse tra loro, l’italiano e il greco moderno: “bravo”. Il significato è lo stesso tanto a Roma quanto ad Atene, dove probabilmente verrebbe pronunciata per complimentarsi con un costruttore viareggino che ha vinto nella categoria maestra dei carri parlando della crisi greca: Alessandro Avanzini.

Il suo “Minotauro” dalla maschera dorata che si erge tra le rovine di un tempio è piaciuto alla giuria, ma anche a buona parte del pubblico dei viali a mare. E ha fatto discutere, certo, perché un Carnevale senza polemiche è impossibile da concepire. “Sì, ho sentito dire più volte che le mie costruzioni sono poco carnevalesche, ma vorrei che mi spiegassero il concetto di ‘carnevalarità’.

“Ho molto rispetto per chi fa evasione e punta molto sul coinvolgimento con la musica, ma per me il Carnevale dovrebbe essere un’allegria intelligente: da questa prospettiva fu emblematico il carro della Ballerina, ha segnato l’ingresso nel Carnevale dello spettacolo e della partecipazione del pubblico. Ma non voglio paragonarmi ai Lebigre: loro sono portatori di un’altra filosofia culturale. E aggiungo: forse la celebrazione della casta ha stancato. Dovremmo riflettere su come è cambiata la satira politica.”

Poi si passa a commentare una vittoria attesa, ma “sofferta fino all’ultimo, più che in passato. La concorrenza era agguerrita: anche se durante il Carnevale mi isolo non sono immune da quello che avviene attorno a me e sui giornali leggevo i nomi di Breschi e dei fratelli Cinquini. Erano loro, insomma, gli avversari da battere. E sono sbalordito dal quinto posto dei Cinquini.”

Per Avanzini a fare la differenza in suo favore è stata “la bellezza della costruzione, cioè i fondamentali di una scenografia, ma anche la capacità di raccontare una storia con l’elemento dell’emotività e i movimenti. Sapevo, insomma, di aver portato sui viali a mare un prodotto originale, anche per il tema affrontato, ed elegante.”

Con oggi sono cinque i successi in prima categoria, negli ultimi otto anni, per Avanzini: “Posso parlare di successo traversale, perché ho trionfato con tre diverse presidenze della Fondazione Carnevale, ognuna con il proprio colore politico. Questo mi consente di essere in pace con me stesso.”

Infine i ringraziamenti e le dediche: “Penso a tutti quei collaboratori che lavorano con passione e che si erano avvicinato agli hangar già con mio padre Silvano. Poi ci sono Angelo e Vania, i miei coreografi che dai tempi di ‘Avanti miei prodi’ hanno avuto modo di esprimere il loro talento.

“Infine, penso a mia madre Pina e a mio fratello Ettore, che mai come quest’anno mi ha consentito di costruire serenamente il carro.” Ecco, Ettore, un nome fortemente legato alla mitologia greca, proprio come il soggetto del carro vincitore. Il cerchio si chiude.

@GorskiPark

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