VIAREGGIO. Si è conclusa da alcune settimane, nel Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli, la prima produzione di un prodotto agroalimentare del tutto particolare: il miele di edera. Tale pianta, noto rampicante spesso coltivato anche per finalità ornamentali nelle nostre case, e presente in alcune zone del Parco, in particolare nell’area di Campaldo, ai margini della Tenuta di San Rossore, fiorisce nei mesi autunnali, con piccoli fiori bianchi che rilasciano nell’ambiente un profumo intenso.

La fioritura dell’edera, una delle ultime della stagione, è di vitale importanza per l’alveare poiché permette alle api di raccogliere un nettare ed un polline fondamentali per la costituzione delle scorte invernali, senza mettere a repentaglio la loro sopravvivenza. Quando il raccolto è abbondante, le api, dopo aver immagazzinato il miele nelle loro “cantine”, riescono a produrre un miele molto aromatico, con persistenti note arboree, dal colore chiaro tendente al bianco, con una consistenza molto compatta, con un sapore ed un profumo ineguagliabili.

La principale difficoltà nella sua produzione è da ricondurre all’elevata ricchezza di glucosio, che può raggiungere anche il 70% e fa sì che in condizioni particolari come le basse temperature – molto frequenti nel periodo in cui tale miele viene prodotto – esso possa cristallizzare dentro il melario, rendendone di fatto impossibile l’estrazione e vanificando molto lavoro.

Da quest’anno il miele di edera va ad aggiungersi alla lista di prodotti di altissima qualità – che include già da vari anni il miele di spiaggia e quello millefiori – che aziende come Mieleria Toscana producono all’interno dell’area protetta: un fronte, assolutamente aperto, che vede il Parco come volano di un modello di sviluppo sostenibile a partire dalla valorizzazione dei prodotti zoo-tecnici, dell’agricoltura biologica e degli altri prodotti tipici come grano, pinoli e, appunto, miele.

Sono oltre duecento le imprese agricole all’interno del Parco, che grazie ad esso vivono: «Il fatto che in passato non si sia riusciti a trovare un modo affinché tali aziende potessero fregiarsi di un titolo che darebbe un valore aggiunto a se stesse e ai propri prodotti, e al contempo far conoscere la denominazione del Parco anche al di fuori del territorio regionale e dei confini nazionali – commenta il Presidente Fabrizio Manfredi – è certamente una criticità che deve essere superata, ma le istanze che provengono dal settore agro-zootecnico sono costantemente all’ordine del giorno dell’agenda dell’Ente Parco».

La produzione del miele di edera, molto laboriosa rispetto alle altre varietà, è ad opera di Mieleria Toscana, un’azienda giovane condotta da due giovani apicoltori, Luca e Sara, che produce anche diverse varietà monofloreali di miele: dalla pianura alla collina fino alla montagna, dalla macchia mediterranea prodotta dei boschi che contraddistinguono il panorama toscano, al miele di acacia e castagno dell’Appennino toscano, al miele di sulla, girasole, millefiori prodotti lungo la costa.

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