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VIAREGGIO. Tutte le strade portano a Roma, alla fine. O, più genericamente, nel Lazio. A distanza di sette anni, il Viareggio concluderà il proprio cammino in Coppa Italia nella regione che ospita la Città Eterna. E, ironia della sorte, più o meno negli stessi giorni: stavolta sarà di scena a Latina il 21 aprile, nel 2006 scese in campo il 26 aprile nella capitale, allo stadio Flaminio. La differenza è che oggi si parla di Lega Pro, di vecchia Serie C, ieri era roba di campionati dilettantistici. L’analogia è che pure quella fu l’ultima tappa di un viaggio incredibile, iniziato in una calda notte di agosto.

Coppa Toscana. È un undici bianconero piuttosto ambizioso, quello che si appresta ad iniziare nell’estate 2005 il suo terzo campionato di Eccellenza. Il fallimento dell’Ac Ese Viareggio è una ferita ancora aperta, fresca di due anni, ma la rinascita sotto il nome di Esperia ha subito rinfocolato gli entusiasmi degli sportivi. Dopo la mancata promozione sfumata ai playoff interregionali della stagione precedente, l’incarico di allenatore viene affidato a Carlo Caramelli, ex difensore delle zebre.

Il primo impegno ufficiale è datato 31 agosto: il Viareggio si presenta a Rosignano per il primo turno della Coppa Toscana di Eccellenza. L’inizio è spumeggiante, con il terzino Barsotti che sbaglia un calcio di rigore in avvio: il gol decisivo lo segna Capitani, centrocampista massese cresciuto nel defunto Ese Viareggio, deviando in rete una punizione di Arricca. Due settimane più tardi si torna a giocare, a campi invertiti: le zebre rischiano poco o nulla e trionfano per 2-1 grazie ai gol del funambolo Luzzoli e del difensore Romanini.

Più difficili del previsto si rivelano, invece, i turni successivi: ai sedicesimi di finale il Viareggio pesca il Villa Basilica, sconfitto a domicilio grazie ad un calcio piazzato di Capitani che si ripete quindici giorni dopo siglando la rete che fissa sull’1-1 la sfida dei “Pini”. A novembre è la volta del San Miniato che nel match di andata degli ottavi a Viareggio mette i brividi ai bianconeri passando in vantaggio ad inizio ripresa: a scacciare gli incubi ci pensano, ancora una volta, Capitani che gira in rete un angolo di Cazzarotto e Pinelli proprio allo scadere. Il pareggio a reti inviolate in terra pisana proietta le zebre al turno successivo.

È la Pontremolese ad attendere ai quarti la squadra di Caramelli, che ipoteca la qualificazione già nella gara di andata ai “Pini”: il siluro di Andreanelli, il rigore di Santini e l’acuto di Fruzza mettono il Viareggio al sicuro, anche se il gol ospite rovina parzialmente la festa. In Lunigiana, poi, basta un guizzo dell’attaccante Alberto Francesconi per accedere alle semifinali, che riservano il Cavriglia: Andreanelli decide il primo round a Viareggio l’11 gennaio 2006, due settimane dopo finisce 2-2 con le zebre che, in superiorità numerica, si fanno rimontare le due reti segnate da un incontenibile Luzzoli.

Foto Versiliatoday

Arriva il giorno della finalissima di andata contro il Subbiano: l’8 febbraio, ai “Pini”, i tifosi bianconeri assistono ad un’altra sfida densa di pathos. Gli aretini rompono gli equilibri nel primo tempo, ma il Viareggio non muore mai: in apertura di ripresa Fruzza sbatte in rete un pallone toccato da Andreanelli su angolo di Cazzarotto e in pieno recupero lo stesso centrocampista segna dopo esser stato liberato da Francesconi. Al ritorno, le zebre assestano il colpo del ko nella ripresa, nel breve volgere di dieci minuti, con Andreanelli e Santini: è il primo trofeo vinto dall’Esperia nella sua giovanissima storia.

Coppa Italia. Il meglio, però, deve ancora arrivare: il successo in Coppa Toscana spalanca al Viareggio le porte della fase finale nazionale. Si ricomincia a marzo, mese decisivo pure per le sorti del campionato. I bianconeri non sbagliano un colpo: fanno fuori agli ottavi il San Secondo Parmense (sconfitta per 1-0 all’andata, vittoria per 3-0 ai “Pini”) e, soprattutto, conquistano la Serie D con un turno di anticipo vincendo il derby con il Versilia ’98. Ora la Coppa Italia può diventare la ciliegina sulla torta di un’annata indimenticabile.

Ai quarti di finale le zebre dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, di essere indomite, determinate, capaci di rialzarsi quando tutto sembra perduto: a Imperia soffrono in contropiede e vanno sotto di due reti, ma ad un quarto d’ora dalla conclusione trovano con Fruzza, poi espulso, la rete che tiene in vita il sogno qualificazione. Una settimana dopo è sufficiente un successo per 1-0: a decidere l’incontro, con una spettacolare conclusione di esterno destro, è Stefano Santini, già autore del gol della promozione a Pozzi di Seravezza. Ed è nuovamente lui, a distanza di sette giorni, a lasciare il segno nella semifinale di andata con la doppietta alla Virtus Vecomp Verona, cui non basta vincere 2-1 in casa per accedere alla finalissima di Roma.

Il 26 aprile è il giorno dell’appuntamento con la storia: il Viareggio può coronare contro il Real Ippogrifo Sarno una stagione da tramandare ai posteri. Si gioca al Flaminio di Roma, divenuto il tempio italiano del rugby, con circa 400 tifosi al seguito delle zebre: nel primo tempo lo “sparviero” Francesconi insacca due volte, con un sinistro di rara potenza e poi con un sublime pallonetto, mentre la difesa. Dopo altri quarantacinque minuti di attesa inizia l’ennesima festa, tra vessilli bianconeri e canzoni del Carnevale. E chissà che la scena non abbia presto un sequel.

@GorskiPark

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