CAMAIORE. Via la Gaia SpA dai Comuni della Versilia: è la forte richiesta che arriva da Fabrizio Pellegrini, esponente camaiorese di Futuro e Libertà che parla di “organi parassitari che hanno triplicato i costi dei servizi e creato problemi spaventosi ai cittadini che, a fronte di una peggiore qualità dei servizi, hanno dovuto pagare balzelli incredibili.

“L’acqua è un diritto fondamentale dell’uomo”, prosegue Pellegrini. “Deve essere pubblica, prevedendo tariffe sociali con un quantitativo minimo assegnato alle fasce deboli. Le reti pubbliche, quelle che portano l’acqua nelle nostre case, sono nelle mire di gruppi industriali privati. E così ai costi, pagati con le nostre tasse, per la realizzazione delle opere idriche pubbliche, si dovranno aggiungere i costi per i profitti e gli utili delle imprese. Garantire il diritto del cittadino di avere all’accesso all’acqua, al minor costo possibile.

“Sono fermamente convinto che è nell’adozione della gestione pubblica dell’acqua che si sintetizza la scelta dell’uso razionale, corretto, efficace e solidale del bene acqua. La via della cosiddetta privatizzazione sembra essere quella più in voga grazie alla pressione pubblicitaria degli organi di informazione che rispondono alle istanze del capitale privato, ma la privatizzazione ha mostrato tutta la sua inadeguatezza nelle regioni e nelle nazioni dove è stata attuata: tariffe salite al limite della sopportabilità sociale e servizio di scadente qualità.

“I Comuni della Versilia non devono più incorrere in quegli errori. Poiché il sistema idrico regionale è da anni affetto da un deficit strutturale pari al 60 % in termini di sbilancio dei fatturati all’utenza da parte dei Comuni, il privato chiederà il recupero immediato del deficit o in termini di aumenti tariffari o in termini di intervento della finanza pubblica. In ogni caso, quindi la privatizzazione ha bisogno oggettivo di sostegno strutturale, ma anche il bisogno di remunerare il capitale investito e di remunerarlo più di quanto altre utilizzazioni possano realizzare.

“Questi due aspetti, che non appartengono al gestore pubblico, costituiscono il limite di praticabilità del processo di privatizzazione dei servizi idrici dei comuni della Versilia. Un gestore pubblico, invece, oltre a non avere le finalità di lucro proprie del privato, può pianificare il recupero del deficit strutturale in un arco di esercizi tale da non determinare repentini aumenti tariffari per l’utente e può usufruire del sostegno della finanza pubblica in maniera più efficace ed efficiente.

“Dal punto di vista complessivo, poi, il pubblico non instaurerebbe in alcun caso manovre speculative o di pressione sull’utenza per conseguire risultati positivi.”

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