VIAREGGIO. Lo scorrere inesorabilmente del tempo, esattamente di sette anni, non impolvera i ricordi di un trionfo che ha fatto indiscutibilmente storia. Nel 2006 il Viareggio vinse tutto quello che poteva vincere: campionato di Eccellenza (con promozione in Serie D), Coppa Toscana e Coppa Italia. Una escalation di successi che ha segnato un’epoca. E che fa ancora emozionare i nostalgici.

Roma, stadio “Flaminio”: il Viareggio batte 2-0 il Real Ippogrifo con una doppietta di Alberto Francesconi e centra il grande slam. In quella squadra da sogno c’era anche Stefano Santini, che una volta appese le scarpe al chiodo si è messo a fare l’allenatore. Di calcio e di beach soccer. Il suo presente tutti lo conoscono, qualcuno, forse, non il suo passato.

Quella partita la giocò dall’inizio. In avanti con lui c’erano Cazzarotto e Francesconi. L’allora tecnico delle zebre Caramelli lo tolse al 25′ della ripresa, inserendo Pellacani al suo posto. “Fu una gara senza storia – racconta Santini – io non stavo benissimo per colpa dei soliti problemi al ginocchio: furono quelli che mi costrinsero a smettere. Arrivai totalmente logorato alla finale, dove comunque sfiorai un palo”.

I ricordi dell’ex attaccante bianconero vanno al di là dei risultati sportivi ottenuti: “Fu un’annata all’insegna del sacrificio. Quello è stato sicuramente il gruppo più vincente della storia del Viareggio. Sapevamo di dover vincere il campionato e allo stesso tempo di portare avanti la coppa, dove comunque il mister faceva giocare chi aveva meno spazio. Eravamo vincenti ed equilibrati anche fuori dal campo: Caramelli era un allenatore che calzava a pennello per noi, perché sapeva comunicare con i giocatori. Ricordo con piacere anche la figura di Angelo Francesconi, che era un po’ il tuttofare di quella squadra”.

Immancabile, chiaramente, qualche aneddoto di quel meraviglioso 26 aprile 2006: “Ricordo che al ritorno ci saremo fermati in almeno 15 autogrill per festeggiare. Tornammo a casa ubriachi fradici”.

Sono passati sette anni, eppure sembra un’epoca, visto che adesso lo stadio “dei Pini” è sempre, desolatamente e costantemente vuoto: “Ci sarebbe da capire il motivo – commenta laconico Santini -, quando giocavo io probabilmente c’era molta più appartenenza verso la squadra che era formata da moltissimi viareggini. La vittoria di quella coppa fu un grosso valore morale per la città. L’eventuale conquista di questo trofeo contro il Latina sarebbe un bel riconoscimento a livello sportivo”.

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