VIAREGGIO. In un famoso gioco de “La settimana Enigmistica” si legge: ’Tra le due immagini ci sono 7 piccole differenze, scopri quali’.
È stato questo il primo pensiero in un anonimo mercoledì di un anonimo aprile a Lucca, quando con estremo stupore e sorpresa sentivo parlare in città molte delle lingue mondiali e il rapporto fra italiani e stranieri era di 1 a 20. Persone che uscivano dai bar e dai numerosi negozi, gli alberghi pieni di comitive che accompagnate dalle loro guide passeggiavano, godendosi una delle città più belle della Toscana se non d’Italia che la rivista americana Forbes definì tra le prime cinque città dove sarebbe bello vivere.
Subito è nato il paragone fra quello che vedevo e quello che avevo visto un’ora prima lungo la passeggiata di Viareggio e via Battisti.
Nella ex “Perla del Tirreno”, che basa gran parte della sua economia sulle risorse turistiche, vedere la Passeggiata e le strade con la vocazione commerciale più alta come la via Battisti completamente deserte dà veramente il senso del fallimento di 25 anni di politica e dei molti errori commessi dagli imprenditori.
È così che, alla vigilia delle elezioni amministrative a Viareggio, mi torna in mente un sindaco lucchese a volte poco incline alla mediazione – per fortuna, voglio aggiungere oggi – che lottando anche contro cartelli e striscioni vessatori seppe dare oltre 10 anni fa una rotta precisa alla città, all’epoca sciapa e arroccata, verso i fasti che furono, indirizzandola verso un nuovo sviluppo che l’ha condotta ad ottenere decine di migliaia di turisti ogni giorno che percorrono i suoi vicoli, la nascita di negozi di ogni genere e specie e pubblici esercizi per far fronte alla crescente domanda, a giardini tagliati, a parcheggi scambiatori con navette sempre presenti, a manifestazioni di livello internazionale e a un polo fieristico. In una parola: servizi.
Questa mattina Viareggio mi ha fatto tristezza e molta rabbia, uno stato di cose che ha portato, ad esempio, alla presenza di 15 cartelli Vendesi – Affittasi sul tratto principale di via Garibaldi – l’ultima rinnovata dalla politica – dall’angolo di via Ugo Foscolo a quello di via Batisti (300 metri).
La natura ha concesso alla zona dove abitiamo tutto quello che era possibile: il mare, le isole, le montagne, le colline, il Lago, la macchia mediterranea, le Pinete, cosa che – ahi loro – ha concesso in maniera infinitamente minore alla riviera romagnola. In Romagna però sono stati i cittadini, gli imprenditori e la politica a fare la differenza e a decretare il successo del loro sistema.
Da noi sono oltre 20 anni che si parla di costruire un acquapark; sono 30 anni che la società Massarosa Golf vuole realizzare un campo ai confini di Viareggio; sono 20 anni che si parla di unificare i viali a mare dalla “Darsena” a Torre del Lago; sono 15 anni che si parla del porto turistico; Non esiste un polo fieristico. Niente si muove al di là delle dichiarazioni di intenti e di qualche incarico pagato dai cittadini!
Ci sono due polmoni verdi, le pinete, in completo stato di abbandono e lasciate alla mercè della malavita, cosa che non accadrebbe in qualsiasi altra città del mondo.
La burocrazia soffoca ogni tipo di iniziativa a intraprendere o a mantenere in vita le attività (pensiamo alle diffioltà per i locali della marina), la progettualità pubblica è insufficiente e inadeguata e molti imprenditori ragionano ancora oggi seguendo logiche di bottega non valutando che i loro successi potrebbero essere migliori pensando in maniera comprensoriale.
Questo articolo non vuole essere l’apologia di Lucca, ma uno spunto di riflessione per Viareggio, i suoi abitanti e per quella squadra di calcio – numericamente parlando – di candidati a sindaco che si propongono per farla rinascere.
Il turismo in Versilia non è un’opzione, Viareggio senza il turismo muore.
Lucca, mercoledì 10 aprile ore 10.30, tempo nuvoloso con pioggia a tratti.
Viareggio, mercoledì 10 aprile ore 11,30, tempo sereno.
