VIAREGGIO. Nella sua lunga e gloriosa carriera, Lorenzo Fiale non si era mai ritrovato a vivere una stagione così tribolata. Non per il risultato ottenuto dal Viareggio, che ha evitato i play-out per la prima volta in quattro anni, quanto, piuttosto, per non aver giocato sempre e con la consueta continuità. Prima di tutto, però, c’è la soddisfazione per un traguardo di grande rilevanza: “Calcisticamente parlando è uno dei giorni più belli della mia vita. È stata una salvezza inaspettata, giunta al termine di un anno lungo e faticoso. Ma la squadra non ha mai mollato e l’ha meritata a pieno”.

Una permanenza in Prima Divisione resa possibile anche, e soprattutto, dal lavoro e dalla mano di Stefano Cuoghi: “Lui è il nostro comandante, ha tanti meriti e noi lo abbiamo sempre seguito”.

Una giornata trionfale, però, non nasconde le ombre di un’annata piena zeppa di problemi: “Fino al girone d’andata è andato tutto benissimo. Poi, nel girone di ritorno, sono sorte diverse complicazioni. Sinceramente ho vissuto male il periodo in cui stavo fuori, forse perché ero sempre abituato a giocare. Mi è venuto a mancare il pavimento da sotto i piedi, ma ho reagito anche grazie all’aiuto di mia moglie, a cui devo tanto”.

Nelle ultime settimane Fiale è tornato titolare in pianta stabile, ma da centrocampista: “Era una posizione inusuale, ma ci ho messo tutto me stesso. L’importante non era il bene mio, ma quello del Viareggio”.

Inevitabile, poi, una domanda sul futuro: “Ne hai un’altra? (ride, ndr). Non posso dare certezze, dipende da quello che vuole la società. Io qui rimarrei fino a 50 anni, ma i matrimoni si fanno sempre in due”.

 

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